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Pino Imperatore, Intervista sul Romanzo “Allah, San Gennaro e i tre Kamikaze”

Newsly.it intervista in esclusiva per i propri lettori lo scrittore l’umorista e giornalista Pino Imperatore che ha presentato il suo ultimo romanzo “Allah, san Gennaro e i tre Kamikaze”. Nato a Milano ma di famiglia napoletana, vive in Campania dall’infanzia. Ha già sorpreso il pubblico con i romanzi “Benvenuti in casa Esposito” (2012) e il sequel “Bentornati in casa Esposito”, che sono diventati una trasposizione teatrale scritta con Alessandro Siani e Paolo Caiazzo ed ora prossimi a diventare un film, e ancora con “Questa scuola non è un albergo”. Nel 2015 ha esordito con la regia teatrale di “Anime del Sud”.  Ha ricevuto molti riconoscimenti, fra cui il premio “Massimo Troisi” per la scrittura comica. Ora è appena uscito per Mondadori “Allah, san Gennaro e i tre kamikaze”.

Pino Imperatore, ormai c’è da aspettarsi da te sempre qualcosa di diverso. La tua versatilità è in continua crescita, e lo conferma quest’ultimo divertente romanzo, “Allah, san Gennaro e i tre kamikaze”. Da dove ti è nata l’idea del titolo? L’ispirazione è arrivata, presumo, dai fatti quotidiani. Il tutto però è ambientato a Napoli. “Il titolo richiama tre elementi: l’Islam, il santo protettore di Napoli e i protagonisti del romanzo, tre giovani jihadisti che arrivano nella città partenopea con l’intenzione di compiere degli attentati. Riusciranno nel loro intento? Alla lettura del libro l’ardua sentenza…”

I tre kamikaze Salim, Feisal e Amira si ritrovano ingarbugliati nella rutilante vita della città, tra scioperi dei trasporti, liquefazioni del sangue di san Gennaro, tentazioni artistiche e culinarie e tanto altro, che li distraggono dalla loro “missione”. Un racconto esilarante che smonta la drammaticità del vero kamikaze di cui sentiamo parlare ogni settimana. Come li hai voluti descrivere questi tre “poveretti”? “Salim è il capo missione ed è il più determinato dei tre; ma la sua ostinazione si scontra da un lato con la sfortuna e dall’altro con la grande vitalità di Napoli. Feisal, di carattere docile, è il primo esempio al mondo di terrorista raccomandato: per entrare nelle milizie del terrore si è fatto aiutare da uno zio predicatore radicale. Amira si porta dentro una forte rabbia: la sua famiglia è stata annientata durante il bombardamento di Fallujah. Un commando, dunque, molto eterogeneo ed esplosivo, in tutti i sensi”.

Alla base di questo racconto c’è la città di Napoli e il suo senso della vita, potente e solare nonostante i problemi. I tre kamikaze avranno molte difficoltà nel tentare di portare a termine il loro compito perché scopriranno, grazie ai napoletani, che la vita è sacra. Qui viriamo anche in un ambito religioso; ti sei spostato in un campo minato dove non esiste l’ironia, mentre invece tu hai trattato il tema con grande umorismo e originalità. Su cosa hai puntato per far passare un messaggio delicato e positivo come questo? “Ho collocato la trama sul palcoscenico dell’ironia per rendere umani, e di conseguenza fallaci, i tre kamikaze, e per sottolineare quanto i sorrisi, la gioia, la convivenza pacifica, la tolleranza e il dialogo siano atti e valori molto più importanti dell’odio, dei massacri e delle guerre”.

Come vedi tu la città di Napoli? Tu la descrivi senza “forzature” e senza retorica. “La racconto per quella che è: una città fantastica, unica al mondo, pur con tutti i suoi problemi. Inafferrabile, complessa e ammaliante. La città che più amo”.

Una frase dice: “Una risata ci seppellirà”. La tua ironia cosa vuol farci capire? “Se usati con intelligenza, l’umorismo e la comicità riescono a produrre risate ma anche profonde riflessioni, a maggior ragione quando trattano tematiche scottanti. È questo l’obiettivo a cui tendo, con tutte le mie forze”.

Il teatro è una delle tue passioni. Credi che anche questo irresistibile “Allah, san Gennaro e i tre kamikaze” possa diventare uno spettacolo teatrale? “Mi auguro di sì. Il romanzo sta incuriosendo vari operatori del settore teatrale e cinematografico, e prima o poi potrebbe arrivare qualche bella notizia. Tutti i miei lettori stanno già facendo il tifo”.

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