Cronaca

Pino Pelosi è Morto: unico testimone dell’Omicidio Pasolini

L’ultima speranza di conoscere la verità sull’omicidio Pasolini muore oggi a Roma. È morto a 59 anni Pino Pelosi, unico condannato in via definitiva per la morte dello scrittore avvenuta ad Ostia in circostanze misteriose.

La storia che circonda quest’uomo è torbida e si intreccia con i destini di un’Italia diversa che si destreggiava tra influenze politiche e mafiose. Neanche maggiorenne Pelosi fu accusato di aver ucciso Pier Paolo Pasolini la notte del 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia. Il giovane confessò la sua colpa da subito, il movente sarebbe il tentativo di violenza sessuale dello scrittore su Pelosi. La versione dell’imputato, però, ha sempre presentato incongruenze con la realtà. Tracce di DNA di almeno cinque persone furono trovate sul luogo del delitto ed era chiaro che altri complici erano presenti quella notte.

Omicidio Pasolini: le dichiarazioni del 2005

Dopo aver scontato la pena, Pelosi rimette le carte in tavola e racconta una versione totalmente diversa da quella fornita nel 1975. Sei persone sarebbero state presenti sul luogo del delitto: Pasolini sarebbe stato ucciso a bastonate e non investito dalla sua macchina. Gli unici nomi che emersero da questa testimonianza in extremis furono quelli dei fratelli Borsellino, all’epoca legati ad ambienti di estrema destra romani e uccisi a loro volta in un agguato. Gli altri complici, invece, avrebbero avuto “accento meridionale”, particolare che ha subito rimandato alla complicità di esponenti mafiosi.

A scapito di tutto non venne detto altro e il processo non fu riaperto. Molto indicativa è la paura di raccontare che Pelosi aveva anche a trent’anni di distanza da quella notte. “Finora non ho parlato perché i tempi non erano maturi. Le mie versioni precedenti erano depistaggi, mi minacciavano anche in carcere, ho rischiato la vita – dichiarò Pelosi nell’intervista – Oggi mi sono spinto a raccontare al massimo, adesso tocca agli inquirenti indagare fuori dalla periferia. È stato un agguato”.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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