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Pyongyang prosegue programma nucleare. Usa valuta opzione militare

Il generale H.R. McMaster, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca ha posto l’accento su quanto stia accadendo in queste settimane a Pyongyang. E così afferma, nel corso dell’incontro quotidiano con la stampa ” Il tempo sta per scadere. C’è un’opzione militare ma non è quello che preferiamo fare. Occorre che tutte le nazioni facciano il possibile per affrontare questo problema senza arrivare alla guerra“. E non manca di sottolineare, portando all’attenzione di tutti che il problema della Corea del Nord non sia un “problema fra gli Stati Uniti e la Corea del Nord ma fra il mondo e la Corea del Nord”. E Sarah Huckabee Sanders, portavoce della Casa Bianca rilancia proseguendo che “Tutte le opzioni sono sul tavolo” per la Corea del Nord.

Pyongyang prosegue imperterrita

Fermamente decisa per la sua strada e ignorando i moniti internazionali e le sanzioni Onu Kim Jong-un promette di completare il programma nucleare. Il leader nordcoreano rincara la dose e, nel suo stile prosegue con le affermazioni lungimiranti. Afferma infatti che il suo scopo sia quello di “pareggiare gli equilibri di potere con gli Usa” e far sì che il governo statunitense “non abbia il coraggio di parlare di opzione militare per la Corea del Nord“.

L’ambasciatrice americana all’Onu, Nikky Haley, intervenuta con McMaster al briefing con i cronisti della Casa Bianca, interpellata circa la possibilità di un embargo petrolifero totale contro Pyongyang ha dichiarato come le sanzioni varate abbiano già “strangolato” fortemente ed economicamente la Corea del Nord. Com’è facile intuire in merito e come anche il generale McMaster ha ribadito occorre del tempo affinché una strategia funzioni. La strategia riguarda per l’appunto le sanzioni Onu che ha imposto un tetto alle forniture di greggio per Pyongyang e la messa al bando del tessile del regime. Si tratta senza dubbio di un approccio forte ad un problema davvero complesso, come anche McMaster l’ha definito, per il quale si vedrà in seguito il possibile successo o meno.

Quest’oggi nuova riunione d’emergenza delle Nazioni Unite

Le parole del generale statunitense McMaster non cadono casualmente ma all’alba dell’ennesimo test missilistico della Corea del Nord. Si tratta di una nuova sfida da parte di Pyongyang agli Stati Uniti e alle altre potenze mondiali; potenze che vorrebbero in qualche modo arginare e porre fine ai suoi programmi missilistico-nucleari. E’ stata convocata pertanto per le 21 ora italiana (15 ora locale a New York) una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; la richiesta è stata posta in essere dagli Stati Uniti e dal Giappone, stando a quanto riferito da fonti diplomatiche. La richiesta del Consiglio di Sicurezza è, per Pyongyang lo “stop ai lanci missilistici e l’impegno di Kim Jong-un alla denuclearizzazione”. Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu ha condannato il nuovo test definendo lo stesso una “palese violazione” delle risoluzioni delle Nazioni unite.

Donald Trump e le dichiarazioni sulla Corea del Nord

In serata è giunto il commento del Presidente degli Stati Uniti, prontamente riportato anche via Twitter. Riguarda l’aperta sfida della Corea del Nord che sta attuando al mondo e in particolare agli Usa “Gli Stati Uniti non saranno mai intimiditi e difenderanno i loro cittadini da coloro che minacciano il loro stile di vita, compreso il regime della Corea del Nord”. Dalla Joint Base Andrews Donald Trump, inoltre sottolinea come “la Corea del Nord mostra un totale disprezzo per i Paesi vicini e l’intera comunità del mondo”.

Dura anche la condanna del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il lancio del missile della Nord Corea e le «azioni oltraggiose» di Pyongyang. Le Nazioni Unite chiedono che vi si “ponga immediatamente fine”. Gli Stati Alleati hanno così asserito in una dichiarazione al termine della riunione di emergenza al Palazzo di Vetro, esprimendo “la loro grave preoccupazione che la Nord Corea mini deliberatamente la pace e la stabilità regionale, causando gravi timori per la sicurezza in tutto il mondo. Tali azioni non sono solo una minaccia per la regione ma per tutti gli stati membri“.

 

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