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Scampia, De Magistris annuncia abbattimento de “Le Vele”

Da molti, troppi decenni sono l’emblema di un degrado senza soluzione, fortezza inespugnabile di illegalità fuori controllo. Ora sembra finalmente arrivato l’addio alle Vele di Scampia, come promesso dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris. A Palazzo Chigi è stata infatti firmata oggi la convenzione sulle periferie, che dovrebbe portare fondi utili a finanziare l’abbattimento degli edifici, il quale inizierà “all’inizio dell’estate di quest’anno“. Dei quattro enormi fabbricati popolari ne rimarrà in piedi soltanto uno, che verrà sottoposto a riqualificazione per ospitare la sede della Città metropolitana del capoluogo campano.

Nati nel 1967 grazie alla (o a causa della) Legge 167, i quattro fatiscenti palazzoni, compresi entro uno dei più difficili quartieri d’Italia,  sono stati negli anni abbandonati dalle istituzioni, facendone quella che probabilmente oggi è la più grande piazza di spaccio della Penisola. Dopo il terremoto in Irpinia nel 1980, la corsa disperata agli alloggi portò migliaia di famiglie ad occupare abusivamente le Vele, progettate dall’architetto Franz Di Salvo che si era ispirato ai principi della Cité Radieuse di Le Corbusier. L’abitazione come cellula, quindi, come parte di un tutto in cui essere organicamente compresa, con richiami a  Kenzō Tange e a André Minangoy. L’occasione è stata mancata o sprecata che dir si voglia, date queste raffinate premesse, già stravolte nella loro prima fase di realizzazione. Per rendersene conto, basti fare un confronto con l’armoniosa fluidità profusa da Minangoy, nella realizzazione della Marina Baie des Anges in Costa Azzurra. Il risultato è solo l’evidente assenza di ogni decisivo interesse istituzionale, nei confronti di questa disperata realtà popolare.

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