Attualità

Scandalo Consip, Woodcock e Federica Sciarelli indagati per fuga di notizie

Lo scandalo Consip si allarga sempre di più. Dopo aver toccato le sfere dell’imprenditoria, della politica e delle forze dell’ordine, sul banco degli imputati c’è anche la magistratura stessa nella figura del PM di Napoli Woodcock e, in ultimo, anche Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto”. Il magistrato, primo titolare dell’inchiesta che nel ramo di Napoli ha coinvolto l’imprenditore Alfredo Romeo, è stato accusato di aver diffuso atti riservati del processo ancora in corso.

Secondo la magistratura di Roma, la fuga di notizie sarebbe avvenuta mentre l’inchiesta passava da Napoli alla capitale. Destinataria delle informazioni sarebbe stata Federica Sciarelli, nota conduttrice di Rai 3, che a sua volta avrebbe fornito il materiale al Fatto Quotidiano per l’inchiesta di Marco Lillo. Nonostante il quotidiano nazionale abbia fatto notare che la notizia del coinvolgimento di Luca Lotti e dei generali Del Sette e Saltalamacchia sia stata data dopo l’affidamento dell’inchiesta alla procura di Roma, la conferma delle accuse aprirebbe uno scenario degno della Prima Repubblica.

Non poteva essere diversamente per un’accusa così grave, la prima che vede un blocco composito della classe dirigente italiana a processo dai tempi di Mani Pulite. Woodcock, dopo essere stato informato delle accuse a suo carico, si è reso disponibile a collaborare; la giornalista Sciarelli si è invece dichiarata innocente e ribadisce all’Ansa di non aver ricevuto informazioni sul processo in corso.

Chi l'ha Visto?, Stasera su Rai 3: i Casi (8 febbraio 2017)

Sullo stesso filone procede l’inchiesta sul NOE

Mentre il magistrato di Napoli veniva informato delle accuse, proseguono gli interrogatori al vicecomandante Sessa del NOE. Gli investigatori del nucleo ecologico dei Carabinieri sono stati accusati di aver depistato le indagini in corso d’opera e di aver aggiornato sugli sviluppi della stessa i vertici della Consip. Le accuse costarono alla divisione dei Carabinieri la titolarità delle indagini.

Mentre si accertano le responsabilità ritorna nel mirino la conversazione telefonica del settembre 2016 tra Sessa e Scafarto, suo superiore: “Sono stato mezz’ora al tel col doctor (pm di Napoli Henry John Woodcock, ndr)”. “Problemi?”, chiede il superiore, “tra un pò – dice Sessa – ti chiamo e ti dico (…) oltre alle arance anche i limoni”. In merito alla conversazione criptica il vicecomandante Sessa non ha voluto rispondere alle domande degli inquirenti: potrebbe essere la prova del collegamento tra i due rami dell’indagine per fuga di notizie.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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