Cinema

Paolo Sorrentino: “Maradona mi ha salvato la vita”

E’ l’uomo del momento. Uno strepitoso Paolo Sorrentino nell’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera

The Young Pope che ruba la scena e Paolo Sorrentino che gongola in un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera.

Si parte con la rivelazione che ha letteralmente cambiato e stravolto la vita del regista (e che spiega tanto proprio sulla fiction tv in onda su Sky); un momento particolare della sua vita che forse spiega, definitivamente, anche i motivi che condussero il regista a dedicare l’Oscar a Diego Armando Maradona. “A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente”, queste le parole di Sorrentino.

Quando Maradona ringraziò Sorrentino per la dedica dell’Oscar

E’ in quel momento che la vita di Sorrentino cambia drasticamente: i genitori morti nel sonno e quella condizione di orfano che tanto l’accomuna al suo ultimo personaggio. The Young Pope è orfano e le similitudine le confessa proprio Sorrentino: “Sì, nella sua storia c’è qualcosa della mia. La condizione di orfano è molto complessa. Un sentimento costante di essere stati lasciati. La morte dei genitori vissuta non come una vera morte, ma come una sorta di abbandono. Nel caso del Papa giovane, alla solitudine si aggiunge la difficoltà oggettiva di credere o no in Dio.”

Certo che la perdita dei genitori è stato certamente l’evento che più ha segnato la sua vita. In quel tragico momento, la sorella, sempre presente: “In questi casi non ti dicono tutto subito. Ti preparano, un poco alla volta. Papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio. Io avevo sedici anni. Mia sorella più grande, Daniela, che già conviveva, venne eroicamente a vivere per un anno con me e mio fratello Marco. Poi rimasi da solo, nella casa al Vomero. Un tempo che ricordo come un limbo. Ero quasi in stato confusionale. Volevo fare lettere o filosofia, ma i miei cugini mi guardavano come fossi un alieno; così mi iscrissi alla facoltà che per me voleva mio padre, economia. Non me ne sono pentito: mi piaceva. Cominciai però a scrivere sceneggiature. Mi mancavano cinque esami alla laurea, quando scelsi il cinema.”

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Massimo Esposito

Napoletano di nascita e cilentano d'adozione, è appassionato di letteratura sportiva e del Calcio Napoli. Nasce economista per svista con la grande necessità di comunicare e di trasmettere. Di condividere e di parlarne. Il tempo libero è dedicato alle sue grandi passioni, tra cui i cani. Massimo Esposito su Twitter
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