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Spagna, l’ETA consegna i propri depositi di Armi in Francia

Spagna – Francia, l’Euskadi Ta Askatasuna, alias Paese basco e libertà, meglio conosciuto come ETA consegna alle autorità francesi le coordinate dei propri depositi di armi compiendo un ulteriore passo in avanti verso la pacificazione sociale in Spagna. Il fatto è avvenuto nella città di Bayonne, nel sud della Francia. Qui i mediatori per il disarmo del gruppo terrorista basco hanno riferito che sono stati consegnati al Comitato Internazionale di Verifica (CIV) le “coordinate di 8 luoghi in cui l’arsenale dell’ETA si trova”.

L’ex presidente della Lega per i diritti umani (LDH), Michel Tubiana, uno dei “costruttori di pace” appartenente alla società civile francese, ha affermato che gli “otto covi dell’ETA contengono 120 armi da fuoco, tre tonnellate di esplosivo e migliaia di munizioni”. Da quanto reso noto è in corso l’operazione da parte della polizia francese per il riscontro dei siti e per la messa in sicurezza dei depositi di armi comunicati.

Per oggi l’organizzazione basca aveva previsto il proprio“disarmo totale” e in Europa si auspica che quanto promesso sia avvenuto in maniera definitiva. Matthias Fekl, Ministro dell’Interno francese, ha dichiarato: “Questa fase di neutralizzazione di un arsenale di armi ed esplosivi è un grande passo”. Ha aggiunto inoltre: “È una giornata certamente importante. Certo il pensiero va in particolare a tutte le vittime, le loro famiglie, i loro parenti soprattutto nella polizia e membri della Guardia Civile”.

Di tutt’altro avviso è il giudizio del governo Spagnolo, il quale, memore anche delle sofferenze di tanta parte della società civile spagnola, ritiene che il disarmo dell’ETA previsto per la giornata odierna nel sud della Francia rappresenti solo una “operazione mediatica” per “nascondere la sconfitta”. È convinzione del governo di Madrid non garantire ai leaders baschi alcun trattamento preferenziale né “tanto meno l’impunità per i loro crimini”. “L’unica risposta logica a questa situazione” che l’ETA deve dare, recita il comunicato dell’esecutivo guidato da Mariano Rajoy, “è quella di annunciare la propria dissoluzione finale, chiedere scusa alle loro vittime e scomparire, invece di montare operazioni mediatiche per nascondere la propria sconfitta cercando invece di trarne un guadagno politico”. Per tale motivazione l’esecutivo spagnolo, al momento, si rifiuta di dare qualsiasi valore alle armi consegnate oggi.

L’ETA ha rinunciato alla lotta armata per l’indipendenza del popolo basco già dal 2011, dopo più di quattro decenni di violenza. Lungo l’arco di mezzo secolo di storia di violenze, l’ETA avrebbe ucciso almeno 856 persone e commesso decine di rapimenti ed estorsioni verso numerosi imprenditori per raccogliere i fondi necessari a sostenere la propria guerra. Nonostante ciò e nonostante le difficoltà del dialogo tra gli ex terroristi baschi e la Spagna, se considerato anche in chiave Europea, il disarmo di oggi rappresenta comunque un ulteriore atto di distensione che migliora la convivenza civile. Sicuramente, inoltre, la chiusura di questo capitolo nero della propria storia permette alla Spagna, ed all’Unione Europea, tramite la garanzia della propria integrità territoriale una forza maggiore anche in ottica Brexit dove uno dei nodi da risolvere si porrà anche sul futuro di Gibilterra, territorio sotto il controllo del Regno Unito ma rivendicato dallo stato spagnolo supportato politicamente da Bruxelles.

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