Attualità

Agguato Mafioso Foggia, Procuratore: “Non è Mafia di serie B”

Ieri, in pieno giorno, quattro uomini sono stati uccisi nella provincia di Foggia per un pareggiamento di conti legato alla “Faida del Gargano“. L’agguato mafioso, che  ha coinvolto anche degli innocenti, è l’ennesima strage legata alla criminalità organizzata foggiana.

“Purtroppo la criminalità pugliese e in particolare questa efferatissima forma di criminalità foggiana, è stata considerata troppo a lungo una ‘mafia di serie B’, meno pericolosa e meno efferata della ndrangheta, di cosa nostra e della camorra napoletana. Con il massimo sforzo da parte dello Stato, io sono convinto che arriverà anche la collaborazione dei cittadini perché senza collaborazione dei cittadini purtroppo non si va molto lontano”, sostiene il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti su Radio 1 in riferimento all’agguato di ieri nelle campagne della provincia di Foggia in cui è stato ucciso un boss mafioso e altre tre persone. L’obiettivo dei sicari era Mario Luciano Romito, capo dell’omonimo clan. Con lui, nella vettura, c’era il cognato Matteo De Palma, che gli faceva da autista, anche lui morto all’istante. Gli altri due, agricoltori del posto, sono stati uccisi perché testimoni involontari.

Non è stato il primo tentativo di eliminare il boss Romito. Dopo la morte di suo fratello, il boss Franco Romito, per mano del clan rivale dei Libergolis, si sono susseguiti numerosi agguati tra cui quello del 27 giugno 2010 in cui Mario Luciano Romito era rimasto ferito. Dall’inizio dell’anno sono 17 gli omicidi avvenuti nel foggiano. L’ultimo delitto, il 27 luglio, è stato quello di un ristoratore di Vieste, il 31-enne Omar Trotta, ucciso a colpi di pistola mentre si trovava nel suo locale.

“Purtroppo la storia non è nuova – interviene Roberti su Radio 1 – le faide tra i clan mafiosi foggiani risalgono a oltre 30 anni fa con circa 300 omicidi, L’80% dei quali sono rimasti impuniti, e questo la dice lunga sulle difficoltà di investigare. Oggi lo scontro si è acceso attorno al traffico di stupefacenti, in particolare di droghe leggere dall’Albania. Un affare colossale che scatena gli appetiti dei clan e che investe, partendo dal foggiano, tutta la dorsale adriatica fino all’Europa. La mafia foggiana è una costola della camorra napoletana. Negli ultimi tempi sono state rafforzate le strutture investigative sul territorio e credo che si procederà oltre “. Il Procuratore sottolinea come “Il Comune di Foggia non si è nemmeno costituito parte civile del processo e questo è un segnale estremamente negativo che va stigmatizzato” e invita i cittadini a vincere l’omertà “perché senza collaborazione dei cittadini purtroppo non si va molto lontano”.

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