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Ecco perché siamo disposti a fare cose sceme per un Like su Instagram

Negli ultimi tempi, abbiamo assistito a molte disavventure nate sui social e spesso finite non proprio bene. Come il caso Plane Bae: Il 3 luglio un uomo e una donna che non si conoscevano si sono trovati seduti accanto per quattro ore nel volo da New York a Dallas. Hanno chiacchierato molto, si sono piaciuti, si sono mostrati foto e cose personali e ,finito il volo ,hanno ritirato i bagagli e si sono allontanati insieme. Tutte queste cose, però, non le sappiamo perché le hanno raccontate loro due, ma perché una donna era seduta dietro di loro e ha fotografato e raccontato su Instagram e Twitter quello che stava succedendo davanti a lei: ottenendo istantanea fama ma facendola ottenere anche ai due sconosciuti, che forse avrebbero preferito rimanere tali. È subito polemica.

Ancora, sono morti nello stesso giorno due Youtuber cadendo da una cascata per salvare una ragazza. I ragazzi sono stati accusati perché soliti fare diverse “bravate” per attirare l’attenzione social.
Tutti pensano che quando cresciamo dobbiamo diventare più seri,la vita ti mette davanti a responsabilità e decisioni difficili, e dobbiamo comportarci come persone adulte e lavorare sodo! Ma quando entro in questo spazio mentale, mi sembra di perdere il senso di me.””Perché la vita non è fatta solo di responsabilità, decisioni difficili e duro lavoro, la vita è vivere il momento.
Avevano scritto così.

E ancora più recente, è la notizia di una influencer che si è fatta mordere da uno squalo per scattare la foto perfetta. Credeva che gli squali nutrice fossero innocui e si è fatta convincere a immergersi per una foto Instagram: è stata morsa e portata sott’acqua, ma ne è uscita quasi illesa.

Questi sono solo alcuni degli episodi accaduti sui e per i social. Una cosa, chiaramente, li accomuna: la ricerca folle della popolarità sui social e dei like ad ogni costo. E allora, siamo davvero diventati privi della ragione pur di arrivare allo scopo di farci notare sui social?
Alcuni esperti hanno tenuto delle conferenze in merito e questo è quello che ne è uscito fuori.
Loro sono Irina Raicu , la direttrice dell’Internet Ethics Program presso il Markkula Center for Applied Ethics della Santa Clara University, ed Erin Vogel che frequenta il percorso post-dottorato sui social media presso il Dipartimento di Psichiatria della University of California, a San Francisco.

Erin Vogel: Viviamo in un’era davvero strana, in termini di privacy e di quello che possiamo aspettarci dagli sconosciuti che ci circondano. Siamo abbastanza abituati ad apparire per sbaglio nelle foto di altre persone – ci succede normalmente, quando ci troviamo in ambienti pubblici. Ma con l’avvento dei social media, è più difficile capire se e quando le persone utilizzano la nostra immagine e la nostra vita per creare contenuti e intrattenimento.

Irina Raicu: [Nel caso #PlaneBae] sono state violate delle norme. L’idea che a nessuno interessa più nulla della privacy è stata del tutto smentita con questa storia. La regola d’oro del “Non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te” è stata una delle prime ragioni a scatenare la reazione della gente. Nessuno vorrebbe vedere la propria vita raccontata sui social da sconosciuti. Mi chiedo se la donna che ha raccontato la vicenda su Twitter si fosse resa conto che i protagonisti della storia erano in realtà esseri umani in carne e ossa, con i suoi stessi diritti ed esigenze. Le sarebbe piaciuto che qualcuno facesse la stessa cosa a lei?
ora che sempre più persone si danno alla carriera da influencer o YouTuber, gli standard si sono alzati parecchio e la concorrenza è spietata. Per emergere, bisogna fare cose davvero estreme e drastiche.
Parlano così le esperte ed , in particolare, si riferiscono ad una costante perdita di valori effettivi, di cose reali, di vita quotidiana, per lasciare spazio all’effimero e ad uno spazio fuori dalla realtà, fuori da quella che è la vita vera. Ma cos’è che ci porta ad abbandonare il giudizio?

Raicu: Mi chiedo se sia colpa di una mancanza di sensibilità diffusa—vediamo le altre persone come semplice contenuto, invece che come esseri umani. In questo momento in cui tutto è reality show, spesso ci dimentichiamo che quella è una cosa che dovrebbe accadere solo in TV e non nella nostra vita quotidiana, soprattutto non a nostra insaputa.

Vogel: I social media sono un modo molto rapido ed efficace per ottenere attenzione ed è questo che trae in inganno molte persone. L’attenzione degli altri e l’approvazione da parte del mondo diventano una sorta di dipendenza. Oggi più che mai, anche persone non famose o che non hanno molto seguito possono riuscire a ottenere successo sfruttando le occasioni giuste. Gli influencer su Instagram e gli YouTuber guadagnano un sacco di soldi solo raccontando la loro vita quotidiana, e questa è una cosa davvero senza precedenti.
Chiaramente, sono molti i rischi di una vita “parallela” sui social, una vita più vicina alla fantasia che alla realtà. E , a questo proposito, le esperte pensano: “Può essere un’esperienza profondamente stressante. Chi desidera mantenere la propria vita personale per sé potrebbe trovarsi spiazzato davanti a un caso di invasione di privacy scoppiato per una semplice chiacchierata in aereo con uno sconosciuto. Si tratta di una situazione nuova e spaventosa.
Essere vittima di doxxing è un colpo per chiunque—l’idea che la community online sappia cose di noi e possa giudicarci con cattiveria non è semplice da affrontare. Ci sono molte ricerche sull’anonimato online e sulle conseguenze che può avere sulle scelte delle persone.
Quello che esce fuori, dagli studi di queste esperte, è che ci stiamo addentrando in un mondo parallelo e per nulla poco pericoloso. Forse, il ruolo dei social, di Facebook, Twitter, Instagram dovrebbe essere ben altro. Dovrebbero fungere da canali educativi e di trasmissione piuttosto che puntare solo ai grandi numeri.
Non ci si aspetta che riconoscano in tempo reale quando un episodio simile sta nascendo, né che riescano a censurarlo, ma penso che potrebbero sfruttare l’occasione per iniziare una conversazione con gli utenti su quale sia la cosa migliore da fare in circostanze simili.

Un bello spunto di riflessione. Ci avevate mai pensato?

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