Tecnologia

Visori VR per combattere lo stress

A tutti è capitato di sentirsi particolarmente sotto stress per via del lavoro o per colpa di situazioni familiari difficili, provando ansia, irritabilità e soffrendo di mal di testa improvvisi. Le situazioni di stress sono fenomeni da non sottovalutare, soprattutto perché le conseguenze per la salute non sono poche. La ricerca ha dimostrato infatti che lo stress sul lavoro può essere associato a malattie cardiovascolari, muscolo-scheletriche, problemi al sistema immunitario e di salute mentale come ansia e depressione.

Per combattere questi problemi, oltre che la classica psicologia clinica, negli ultimi anni si sta dimostrando molto efficace l’utilizzo della realtà virtuale.

Questa tecnologia può essere uno strumento per psicologi e psichiatri per curare ansie e paure, per combattere le dipendenze e per aiutare a controllare i sintomi di malattie come l’Alzheimer. La realtà virtuale può rappresentare un valido strumento di aiuto in psicoterapia, sia per il terapeuta che per il paziente. Diverse le tipologie di disturbi che hanno beneficiato dell’inserimento di tale strumento nel trattamento, dall’ansia, ai disturbi alimentari, fino alle tecniche di gestione dello stress. Con la realtà virtuale, attraverso una serie di simulazioni, gli utenti sono indotti al rilassamento, alla meditazione e al sonno ristoratore, ognuno dei quali contribuirà al miglioramento della biochimica e della fisiologia dell’individuo.

Vediamo più nello specifico cos’è la Realtà Virtuale e come può essere utilizzata in ambito clinico e psicologico.

La tecnologia della Realtà Virtuale, attraverso la manipolazione di tre variabili (spazio, tempo e interazione) e la disponibilità di un’interfaccia grafica, può creare una dimensione connotata da un forte senso di realtà, per cui il soggetto crede di trovarsi in quel mondo e di potervi interagire. Questa semplice descrizione riassume già le due principali caratteristiche dell’ambiente virtuale:

  • La percezione di essere davvero in quel mondo. Tale sensazione è amplificata dall’utilizzo di strumentazioni apposite: un software in grado di riprodurre ambienti 3D, un visualizzatore per la realtà virtuale, sistemi audio integrati che offrono il supporto al surround.
  • La possibilità di interagire con movimenti di corpo, testa e arti aumentando la sensazione di potersi impadronire di quella dimensione.

In particolare, a seconda del grado di immersione e coinvolgimento, si distinguono tre tipi di VR:

  • Realtà Virtuale Immersiva (RVI). È accompagnata da una forte sensazione di immersione nello spazio esplorabile visivamente grazie alla possibilità di interagire con gli oggetti raffigurati virtualmente.
  • Realtà Virtuale Non Immersiva (desktop RV). Non suscita una sensazione di coinvolgimento poiché l’ambiente creato non viene percepito come reale.
  • Augmented Reality (AR). Permette di sovrapporre le immagini generate dal computer a quelle reali aumentandone il contenuto informativo.

Attraverso questo metodo, il paziente potrà quindi essere esposto allo stimolo fobico in modo graduale, sicuro e controllato in quanto tutti i parametri sono regolati dal terapeuta.

Nell’ambito psichiatrico e psicologico la realtà virtuale attraverso i Visori VR, come quelli Oculus VR pensato per non isolare l’utente dalla realtà circostante, ma anzi per creare esperienze partecipative e condivisibili. Di particolare interesse è la possibilità che offre al paziente di partecipare attivamente al riconoscimento e alla presa di consapevolezza di pensieri, emozioni e comportamenti propri.
Per far superare al soggetto questi problemi i professionisti utilizzano la tecnica dell’esposizione, attraverso il visore della realtà virtuale si crea uno scenario adatto e si espone gradualmente il paziente alle situazioni che sono fonti di ansia. Lo scenario è controllato dal terapeuta che può renderlo più o meno ostile. Grazie al carattere immersivo di questi mondi digitali, l’esposizione risulta più autentica e quindi più efficace. L’esposizione alla fonte di stress si ripete finché la reazione del soggetto diventa più controllata.

Un metodo utile e tecnologico che, utilizzato da professionisti formati a dovere con un percorso formativo idoneo come quello offerto da Unicusano, può rivelarsi molto più efficace di una semplice terapia.

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Gianluca Capiraso

36 anni, avellinese, iscritto all'Albo Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti dall'ormai lontano 2000. Appassionato di sport, tecnologia e web, è attualmente Search Marketing Specialist presso una Digital Agency con sede Milano.
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