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Fuga Cesare Battisti: “Non stavo scappando”

Cesare Battisti, rilascia un intervista a Globo Tv, da casa sua, sita nel distretto di San Paolo, in cui spiega: “Non stavo scappando, stavo solo andando a comprare vini

L’ex terrorista del Pac rompe il silenzio, dopo circa una settimana dopo il suo arresto, spiegando che si trovava con Vanderlei e Paulinho, due amici. Stavano andando “a pescare e a comprare vini e articoli da pesca. Dall’altra parte costa meno, è tutto più economico e quindi era più conveniente”.  Poco prima di arrivare alla frontiera sono stati fermati dalle autorità: “ho avuto l’impressione che fosse tutto ben organizzato, hanno rivoltato la nostra auto. Mi hanno accusato di esportazione illegale di valuta, ma è un grande errore: i soldi li avremmo usati in tre per cui non abbiamo superato nessuna soglia, non capisco perché li abbiano attribuiti tutti a me”.

Battisti ha inoltre spiegato di non godere dello status di rifugiato politico, ma di essere un immigrato con un visto permanente, che gli permette di diritto di entrare e uscire dal paese ogni volta che lo ritiene opportuno, come qualsiasi altro cittadino brasiliano. Asserisce infatti:” Non capisco perché si voglia far credere che stavo fuggendo o scappando”. Le sue parole sono chiare e non permettono fraintendimenti: “da cosa stavo fuggendo? L’unico paese in cui sono protetto è questo”. Protezione che è diretta conseguenza del decreto Lula, irrevocabile in quanto sono ormai passati cinque anni.

Battisti dichiara di essere perseguito dalla giustizia italiana

Battisti inalterato ed esasperato dalle polemiche che ruotano intorno al suo nome ha, inoltre, dichiarato di essere “perseguitato dalla giustizia italiana”. Ribadendo quanto ha sempre sostenuto si dichiara estraneo ai fatti. Afferma, come non ha mai smesso di fare, di non avere commesso gli attentati che gli sono stati contestati e che hanno poi portato ad una condanna pari a due ergastoli per due omicidi e due concorsi in omicidio.

Rimane ancora aperta la questione riguardante la domanda di estradizione. L’Italia, rappresentata dall’ambasciatore Antonio Bernardini lavora sul piano politico-diplomatico. Lo stesso attende la decisione del presidente Michel Temer, essendo l’unico che può cancellare la firma apposta dal presidente Lula, che aveva concesso asilo politico a Battisti e aveva negato la richiesta di estradizione. Tuttavia il campo su cui si muove Temer è da definire “minato”, essendo circondato da guai giudiziari. Battisti, estremamente consapevole di quanto lo circonda dichiara, concludendo così la sua intervista, “Estradarmi è impossibile”.

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