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Gerusalemme, continuano gli Scontri tra Esercito e Palestinesi

La difficile convivenza tra ebrei e musulmani nel controverso Stato d’Israele sembra essersi incrinata. Casus belli la decisione di imporre forti restrizioni alle preghiere nella spianata delle moschee di Gerusalemme. Dopo l’attentato terroristico di pochi giorni fa, infatti, Netanyahu ha deciso di consentire l’accesso alle moschee solo ai fedeli over 50 e rigorosamente tramite metal detectors.

La decisione ha incontrato forti critiche da parte di tutto il mondo musulmano a partire dal presidente palestinese Abu Mazen per finire a quello turco Erdogan. Inevitabile poi, tensioni tra l’esercito israeliano, di fatti sovrano nella spianata delle moschee, ed i fedeli pronti a tutto per non rispettare il divieto. Il venerdì di preghiera si è quindi trasformato in guerriglia urbana. Sono stati sparati proiettili di gomma e bombe lacrimogene sui manifestanti, alcuni dei quali rimasti feriti. Più grave sarebbe l’uccisione di tre ragazzi palestinesi uccisi da colpi di pistola, la notizia, data da un’agenzia di stampa palestinese, è però ancora da verificare.

Certo è, invece, che lo scontro si sia allargato anche fuori dalla stessa Gerusalemme fino ai quartieri degli insediamenti. Numerosi regolamenti di conti tra israeliani e palestinesi sarebbero in atto. Ramallah, Betlemme, Hebron sono alcune delle città interessate dai disordini. Il presidente Netanyahu ha affermato di voler mantenere lo status quo, ma gli stessi capi maggiori dell’esercito hanno vivamente consigliato di alleggerire le limitazioni per metter fine agli scontri.

La legge sugli insediamenti palestinesi

Limitare la preghiera del venerdì è stato solo l’ultimo avvenimento di una lunga serie di tensione tra i due paesi storicamente contesi. In febbraio la Knesset ha approvato una legge retroattiva che regolarizza tutti gli insediamenti israeliani in territorio cisgiordano; ai proprietari è stato offerto un risarcimento, ma chi attendeva giustizia ha solo ottenuto l’ennesimo schiaffo legale.

Lo stesso procuratore generale israeliano si è detto non disposto a difendere la legge in tribunale nel caso fossero state sollevate controversie. Dubbi sulla legittimità del provvedimento sono stati sollevati anche nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU che però non si è pronunciato a causa del veto statunitense. Ennesima controversia è sorta ad inizio luglio quando l’UNESCO ha dichiarato Hebron sito palestinese patrimonio dell’umanità suscitando l’ira del governo israeliano, che ha prontamente definito l’UNESCO associazione antisemita.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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