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Londra, riapre il fabric. Il comunicato ufficiale

Il Fabric di Londra vicino alla riapertura. Raggiunto l’accordo con la polizia locale.

Due mesi dopo la chiusura forzata, il Fabric di Londra si prepara a riaprire i battenti. Lo storico night situato a Charterhouse Street, nel nord della capitale inglese, ha trovato un’intesa con il consiglio comunale e l’Islington Council per poter tornare a disposizione della clientela. Tra i motivi della chiusura la gestione inadeguata della sicurezza del locale, che avrebbe portato alla morte di due ragazzi diciottenni per abuso di droghe acquistate al suo interno.

Rilevante nella decisione delle autorità il forte impatto della notizia sul mondo degli artisti. Sui social è spopolato l’hashtag #SaveFabric, con il deejay Jacob Husley che ha avviato una raccolta firme. Un’iniziativa di grande successo, in grado di raccogliere centinaia di migliaia di adesioni in neanche due mesi.

Il riassunto dei fatti che hanno portato alla chiusura

Le condizioni che hanno portato alla chiusura sono riportate nel lungo comunicato tradotto qui sotto.

“Il 25 giugno 2016 un diciottenne è morto in ospedale dopo una notte nel nightclub Fabric per gli effetti dell’ecstasy. Sei settimane dopo, il 6 agosto, un altro diciottenne è morto in circostanze simili. In entrambe le circostanze, il giovane e i loro amici sono stati in grado di nascondere le droghe entrando nel Fabric e superare i controlli senza che fossero individuate. Sono poi riusciti ad acquistare, e prendere, ulteriori droghe all’interno del Fabric. Queste due tragiche morti non sono state le uniche legate alla droga tra i giovani visitanti il Fabric. Dal 2011 ci sono state 4 ulteriori morti”.

“Il 12 agosto 2016 un sottocomitato dell’Autorità ha deciso di sospendere la licenza del Fabric in attesa di sentire l’istanza della Polizia. Infine, il 6 settembre, dopo la pubblica lettura dell’istanza, a cui è intervenuto il Fabric, il sottocommissario dell’autorità ha deciso di revocare la licenza del Fabric. Il sottocommissario ha concluso, sulla base delle prove, che una cultura della droga esisteva al Fabric, la cui sicurezza e il cui management apparivano incapaci di controllare. Inoltre le condizioni nella sua licenza non si conformavano alla realtà dei fatti. Ha quindi deciso che la revoca della licenza era tanto appropriata quanto proporzionata alla luce delle circostanze”.

Il progetto “tolleranza zero”

Il nuovo accordo invece prevede condizioni particolari: “Il Fabric ha poi esercitato il suo diritto ad appellarsi alla corte dei magristrati, con un’udienza di quattro giorni dell’appello che partirà il 28 novembre. Ci sono però stati numerosi incontri tra i direttori del Fabric, le autorità e la polizia metropolitana. Il Fabric ha offerto l’aggiunta di molte nuove condizioni alla sua Licenza, tutte designate ad assicurare un approccio “Tolleranza Zero” a possesso, consumazione e vendita di droghe all’interno del club”.

“Il Fabric riconosce che le sue procedure nei controlli erano insufficienti, così come le procedure per prevenire il consumo e la compravendita di droghe nello stesso club. Riconosce che la Polizia ha agito in modo ragionevole nell’applicarsi per un rinnovo e che il sottocommissario dell’autorità aveva pieno diritto alla revoca della sua licenza. Il Fabric inoltre rigetta il disprezzo online per i membri della commissione e lo staff del concilio ed escluderà in modo permanente chiunque venisse scoperto esserne coinvolto”.

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