Attualità

Iran News: i conservatori preparano la controrivoluzione

Non si fermano le proteste iniziate nelle province dell’Iran al confine con Afghanistan e Turkmenistan. Sarebbero più di venti le vittime degli scontri tra manifestanti anti-regime e Forze di sicurezza. Cortei di contestazione e sitin si sono verificati anche nella capitale Teheran, principalmente nelle università.

Il monito dell’ayatollah

La Guida Suprema della Repubblica islamica, Alì Khamenei, ha condannato le violenze e ha accusato “nemici stranieri” di fomentare la ribellione. Quest’ultima, scoppiata alla fine di dicembre a causa soprattuto della grave crisi economica nazionale, è stata definita dall’ayatollah “il tentativo degli Stati Uniti e del sionismo” di destabilizzare il “Paese che ha sconfitto l’ISIS”. A differenza del Presidente Rohani, che nei giorni scorsi aveva riconosciuto il diritto degli Iraniani di manifestare pacificamente, la Guida Suprema ha affermato che la Repubblica non può accettare ulteriori sconvolgimenti. La morte di un Guardiano della Rivoluzione al termine di un ennesimo scontro tra manifestanti e Forze dell’ordine, avrebbe indotto Khamenei, secondo la stampa USA, ad affidare la gestione della rivolta interamente ai pasdaran, oltranzisti e pronti alla repressione dei moti antigovernativi.

La condanna USA e la cautela russa

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha condannato la repressione attuata dal regime di Teheran contro un popolo che chiede libertà negate da quasi quarant’anni. Trump ha dichiarato che l’ostinazione degli ayatollah a negare diritti agli Iraniani sta contribuendo a rafforzare il suo proposito di rinnegare l’accordo sul nucleare firmato da Obama. Nuove sanzioni al regime sarebbero la naturale risposta americana a una spietata repressione dei moti antigovernativi. Lo stesso atteggiamento di Trump è stato osservato dal premier israeliano Netanyahu, il quale ha affermato che l’abbattimento della Repubblica islamica contribuirà in maniera decisiva alla scomparsa del terrorismo globale. Al contrario degli USA e di Israele, la Russia ha definito una “catastrofe” il possibile crollo delle istituzioni iraniane e ha condannato ogni ingerenza straniera negli affari interni di un proprio alleato. L’intesa russo-iraniana, infatti, ha favorito il rafforzamento del Presidente siriano Assad e la vittoria militare sui miliziani dell’ISIS. Vladimir Putin, di conseguenza, ha ribadito il proprio impegno nel respingere ogni tentativo di ledere la sovranità di Teheran.

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