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Ahed Tamimi resta in carcere, la ragazza palestinese che rischia una punizione esemplare

ISRAELE – Colpevole di aver reagito di implulso dinanzi alla scena del cugino sparato alla testa dall’esercito israeliano. Ahed Tamimi, ragazza palestinese di 16 anni, rischia fino a dieci anni di carcere per aver schiaffeggiato il soldato che sparò al cugino.

La reazione della ragazza, infatti, è stata filmata e diffusa sui social dalla madre. L’immagine ha suscitato immense polemiche e ha, difatti, fatto piovere numerose critiche sulla già complicata gestione della Cisgiordania da parte delle truppe israeliane. Ahed è stata in prima linea anche nei giorni convulsi dopo la decisione del presidente Trump di spostare l’ambasciata israeliana a Gerusalemme riconoscendo, nella pratica, la giurisdizione israeliana sulla capitale contesa. Anche la famiglia di Ahed è nel mondo dell’attivismo palestinese, ma a pagare la pena più dura è stata proprio la ragazza sedicenne.

 

Ahed Tamimi rischia la “punizione esemplare” per i disordini degli ultimi mesi

Subito dopo il suo arresto la politica israeliana espresse già una condanna sommaria: “Merita l’ergastolo”; e se non sarà pena a vita, la ragazza rischia almeno dieci anni in un carcere israeliano. Non trapela speranza neanche dagli avvocati della famiglia che tentano a tutti i costi di sottrarre la giovane attivista da una pena così dura. Tira brutta aria e gli avvocati lo sanno, in un momento così convulso potrebbe rischiare di essere colei dalla pena esemplare per migliaia di attivisti palestinesi di ogni età.

Foto Amnesty International

Per adesso Ahed rimane in carcere, e lo rimarrà almeno (nella migliore delle ipotesi) fino al 31 gennaio, data prevista per il processo. Incolpata ed arrestata anche la madre della giovane, esecutrice materiale del video e responsabile della condivisione sui social. Proprio dall’account twitter che le autorità israeliane hanno avuto la premura di chiudere ed oscurare definitivamente.

Nonostante la solidarietà corra da tutto il mondo, anche tramite l’Hashtag #FreeAhedTamimi, poco sembra essere stato fatto per garantire la libertà all’attivista palestinese. Interessati alla faccenda sembrano anche Abu Mazen, che da poco ha avuto un colloquio con la famiglia e il presidente turco Erdogan, critico verso le posizioni israeliane, che incontrò la ragazza nel 2012.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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