Cinema

Scary Stories to Tell in the Dark: Recensione del film Horror

Scary Stories to tell in the dark uscirà in Italia al cinema dal 24 Ottobre: film tratto dall’omonimo libro, racconta la crescita di un gruppo di ragazzi in una piccola città americana alle prese con un fantasma proveniente da decadi passate

È da un po’ che il cinema horror cerca di avvicinarsi ad un pubblico ed un target più variegato e – di conseguenza – meno adulto. Scary Stories to tell in the dark, il nuovo film diretto da André Øvredal, diretto da Guillermo del Toro e presentato alla Festa del Cinema di Roma, vuole andare in tale direzione. Il soggetto del film è tratto dall’omonima serie di racconti per ragazzi: una sorta di antologia di racconti che si collocano a metà tra horror e paranormale, un po’ come recentemente ci ha abituato il ben più noto Stranger Things.

Il film è fermamente ambientato e contestualizzato nel 1968. Sullo sfondo delle vicende capitate ad alcuni ragazzi c’è la Guerra in Vietnam, l’elezione di Richard Nixon e diversi simboli del periodo. Un po’ per scherzo ed un po’ per paura un gruppo di ragazzi passa la notte di Halloween all’interno di una casa ritenuta infestata. Molti anni prima vi era vissuta la famiglia Bellows, i cui membri – dopo la morte per impiccagione della figlia – erano misteriosamente scomparsi. I fatti risalivano ad inizio secolo e la giovane Sarah Bellows è stata a lungo accusata di aver ucciso alcuni bambini della zona.

La vox populi aveva di fatto reso la casa una meta di culto per tutti gli adolescenti della zona. La comitiva che la visita nella notte di Halloween è composta da Chuck e Auggie, due ragazzi del posto, Stella, una giovane scrittrice di libri horror che vive col padre e Ramon, ragazzo messicano da poco trasferitosi in città.

Stella è incuriosita dal libro di storie della defunta Sarah Bellows e decide di portarlo via per leggere a casa. In realtà tale libro è il vincolo tramite il quale Sarah si esprime ancora e riesce a condizionare il presente. Risolverne l’enigma significa salvare quindi la comitiva di ragazzi da avvenimenti tragici.

Scary Stories to tell in the dark, a metà tra horror per ragazzi e lungo thriller

Il film è senza alcun dubbio un vero e proprio ibrido. Non può essere considerato un film per famiglie ma neanche un film per il pubblico horror, abituato a ben altro. Anche il minutaggio (110 minuti) è abbastanza alto per il genere. Scary Stories si configura più come un thriller che ha come protagonisti dei ragazzi, ognuno con la sua storia personale alle spalle.

La trama, di per sè abbastanza lineare e semplice da seguire, cavalca tutti gli stereotipi del genere e spesso non caratterizza alcuni dei protagonisti in scena. Il tutto quindi si regge sulla risoluzione di un mistero inscenando una vera e propria corsa contro il tempo.

Dal punto di vista registico non ci sono grandi novità: il posizionamento di qualche jumpscare è quasi d’obbligo, come lo è qualche scena vagamente splatter. Non mancano comunque intuizioni felici, specialmente nel crescendo di tensione prima dell’accadimento di un fatto violento.

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Notevoli le sequenze, sia per regia che fotografia, in notturna e con creature mostruose e soprannaturali (ovviamente marchio di fabbrica di Guillermo del Toro).

Lo stesso Premio Oscar definisce il film da lui prodotto in questo modo:

Esistono due tipi di film horror. I primi sono quelli che spaventano la tua anima. Ma poi ci sono film horror che sono come un giro sulle montagne russe. Divertenti ed emozionanti ma che alla fine hanno uno spirito umanistico. E questo è il tipo di film che André ha realizzato, uno in cui ti diverti ad essere spaventato

Mentre il regista Øvredal ha dichiarato di fondere canoni horror con canoni propri del cinema d’avventura:

Ci sono questi personaggi molto divertenti e realistici che combattono forze malvagie dei regni delle favole e dei mostri. Volevo provare a bilanciare l’energia e l’adrenalina che ottieni dall’horror con le vibrazioni positive che ho trovato nei film d’avventura di Hollywood che mi hanno fatto innamorare dei cinema da bambino

Paura di crescere nel 1968: ecco come il film declina la questione

Sullo sfondo, come si anticipava, ci sono le ansie della crescita. Chi non riesce ad evolversi e a crescere non può sopravvivere fisicamente, chi riesce a salvarsi dovrà rifondare i propri canoni, ma comunque aderendo ai ritmi che la società impone ai nuovi adulti.

Altro tema trattato riguarda la cosiddetta “questione femminile”. Le due giovani donne protagoniste del film, che si interfacceranno quotidianamente, sono entrambi figlie dei pregiudizi e delle dicerie. La giovane Stella combatte contro il fantasma dell’abbandono materno, mentre Sarah combatte per raccontare la verità e pagherà con la tortura e la morte.

Le chiavi di lettura di Scary Stories to tell in the dark ci sono, e anche se non c’è molto di innovativo nella sceneggiatura, potrebbe essere un ottimo film di intrattenimento da vedere al cinema in autunno.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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