Cronaca

Voto di scambio politico mafioso Caserta: 19 arresti

Anziani accompagnati fin dentro al seggio elettorale per votare i candidati imposti dal clan camorristico, voti comprati dai candidati a peso d’oro – 70 euro a preferenza – nomi sulla scheda corretti quasi nella cabina, minacce e intimidazioni persino al presidente del seggio. Emerge tutto questo dall’indagine della Dda di Napoli e dei carabinieri di Caserta, che oggi ha portato all’arresto, per vari reati, 19 persone, tra cui i due candidati alle Regionali del 2015 nel partito “Nuovo Centrodestra – Campania Libera”: Pasquale Corvino, noto imprenditore titolare di laboratori di analisi e ex presidente della Casertana Calcio, nonché fratello dell’attuale assessore comunale di Caserta Elisabetta Corvino (tra le più votate alle scorse comunali) e Pasquale Carbone; entrambi, risultati non eletti, sono finiti agli arresti domiciliari per il reato di voto di scambio politico-mafioso.

Voto di scambio politico mafioso: le indagini

Dalle intercettazioni realizzate dai carabinieri di Caserta, guidati dal maggiore Andrea Cinus – che oggi, coordinati dalla DDA di Napoli ) hanno attestato 19 persone nell’ambito di un’indagine su voto di scambio politicomafioso per le regionali del 2015 in Campania – è emersa tutta la forza intimidatrice del clan.

“Se non escono i voti devi vedere! Ti togliamo la macchina da sotto” dice Agostino Capone, fratello del boss Giovanni Capone, ad un elettore costretto a votare Corvino. Poi ancora: “Li vado a prendere, li porto a votare fino a dentro. Con il telefono in mano faccio la foto, devo vedere suo telefono se no non hanno niente”, dice Capone, riferendosi agli elettori cui erano stati promessi dei regali in cambio del voto a Corvino. Sempre Capone racconta alla moglie di aver minacciato anche il presidente di un seggio dove aveva accompagnato un anziano a votare Corvino, quasi fin dentro la cabina. “Non mi ha detto proprio niente, perché io lo stavo menando là dentro”. 

 

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