Attualità

Wildlife Photographer of The Year 2017: Vincitori (FOTO)

Il Museo di Scienze Naturale di Londra ha proclamato i vincitori del Wildlife Photographer of the Year 2017, il più prestigioso premio di fotografia naturalistica.

La foto premiata, e che ha ricevuto i maggiori consensi dalla giuria (circa 20mila voti), è andata alla fotografa Jo-Anne McArthur, che ritrae una giovane gorilla, Pikin tra le braccia del suo salvatore, Appolinaire Ndohoudou, un volontario dell’Ape Action Africa, un organizzazione molto attiva in Camerun, che si interessa della conservazione e della salvaguardia dei gorilla e degli scimpanzè in via d’estinzione, sottraendoli dal commercio illegale della macellazione della carne selvatica.

La vincitrice

Jo-Anne McArthur è una fotoreporter canadese conosciuta per il suo progetto fotografico “We Animals“, che documenta le relazioni tra uomini ed animali.

In una precedente intervista rilasciata in Italia qualche anno fa quando venne per la presentazione del suo libro ” We Animals” edito da Safarà, parlando delle sue fotografie, ci disse: “Le Immagini e parole sono ugualmente importanti. Da fotografa so bene che un’immagine colpisce in modo immediato chiunque. Del resto ce ne accorgiamo quotidianamente anche attraverso i social media, in cui le immagini giocano un ruolo cruciale”.

Infatti, la foto scelta e premiata, è  toccante, ricca di emozioni. Dopo l’annuncio della vittoria, la McArthur ha dichiarato: “Sono grata alle persone che hanno votato questa mia immagine e spero che la sua risonanza possa avere un buon effetto verso tutti coloro che vogliono impegnarsi per la tutela del nostro ambiente e degli animali che popolano questo pianeta. Nessun atto di compassione nei loro confronti e mai troppo piccolo”. Ed aggiunge: “In tutti questi anni ho regolarmente documentato le crudeltà che gli animali subiscono a causa nostra, ma a volte (come in questo caso, ndr.) sono testimone di storie di salvataggio, speranza e di redenzione”.

Il racconto di uno scatto

La foto racconta di un uomo sorridente che abbraccia una giovane gorilla di montagna altrettanto sorridente, salvata in extremis dalle mani di bracconieri senza scrupoli che vendono le povere bestie per la macellazione e la vendita della carne selvatica.

Pikin, una femmina di gorilla molto giovane questo è il suo nome, era stata sedata durante il trasporto, ma non sufficientemente, e si è risvegliata tra le braccia di Appolinaire Ndohoudou, un uomo fuggito dalla guerra in Ciad (suo paese d’origine) e che ha ritrovato la speranza in una vita migliore proprio aiutando i gorilla di montagna vittime della più spietata caccia abusiva.

La piaga del bracconaggio

Il bracconaggio dei primati è molto diffuso in Camerun e la loro carne è molto ricercata anche all’estero; a nulla valgono gli ammonimenti e i richiami del Centro per il Controllo e la Protezione dalle Malattie degli Stati Uniti (CDC), e gli avvertimenti dei funzionari della sanità mondiale circa il pericolo di consumo di carne selvatica per la salute dell’uomo, che peraltro, come stato recentemente documentato tra  le cause di aumento del rischio di Ebola, per far cessare questa inutile e dannosa carneficina. Una recente inchiesta di “Al Jazeera”, inoltre, ha rivelato che la carne di animali selvatici è presente in quasi tutti i menù dei ristoranti del Camerun e viene spesso servita anche durante cerimonie istituzionali e governative.

Pikin, stava per subire la stessa sorte di tanti altri animali selvatici, infatti sarebbe stata venduta per essere uccisa e macellata – la carne di gorilla si vende a prezzi altissimi -, ma fortunatamente è stata liberata e condotta verso un santuario di animali liberi, insieme a un altro gruppo di gorilla in una località protetta in Camerun.

Questa foto, e le altre 24 finaliste selezionate, saranno esposte, fino al 28 maggio, presso il Museo di Storia Naturale di Londra.

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