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“AMNIOTICA”: al Teatro Delle Arti di Salerno mostra fotografica di Lello D’Anna

‘Amniotica’ è un progetto fotografico di Lello D’Anna, composto da 18 scatti di paesaggi marini, esposti a Salerno, al Teatro delle Arti dal 3 al 18 Novembre 2018, nell’ambito della rassegna curata dal Direttore Artistico Antonio Perotti in collaborazione con Claudio Tortora, direttore del Teatro.

Lello d’Anna,  è art director TPP-Pubblicitari Professionisti ed opera dal 1979 nella fotografia e nella comunicazione visiva in progetti di fotografia commerciale e pubblicitaria, il suo ambito è anche la ricerca creativa ed elaborazione di immagini. Si occupa inoltre di postproduzione e photoretouching digitale professionale.

La fotografia di Lello D’Anna, è concettuale; è residuale rispetto alla visione della realtà come percorso interiore fatto delle tracce lasciate dall’esperienza, in un racconto che ricorda molto i flussi di coscienza di James Joyce. Come nelle opere letterarie dei grandi modernisti, così nei lavori fotografici di tanta fotografia contemporanea vengono abolite le norme della grammatica, sparisce la punteggiatura e le immagini si fondono in un linguaggio onirico per rappresentare il sé interiore.

L’acqua, elemento primordiale, accompagna il racconto in un’immersione amniotica che conduce all’origine della vita. Un percorso UNICO, PREZIOSO, ESCLUSIVO. Un richiamo al quale nemmeno io ho saputo resistere.

Guardando le foto di Lello ho come effettuato un pellegrinaggio tra radici scoperte e ogni volta ri-scoperte. Mi sono sentito come proiettato in un tempo indefinito in luoghi perduti o mai esistiti. Questo “nessun posto”, apparentemente solitario e sconosciuto, è in realtà un luogo ricco e affollato, ECCEZIONALE, INCOMPARABILE: una prateria per la fantasia, un campo aperto per la malinconia, un fiume in piena della memoria.

La lingua inglese utilizza due termini differenti per indicare solitudine: “loneliness” e “solitude”. Nel primo caso l’accezione è molto negativa, una solitudine non cercata, terribile e nera. Nel secondo caso si tratta invece di una solitudine DIVERSA, positiva, ricercata, essenziale, bianca come la nebbia.

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