Attualità

Anonymous si schiera con i manifestanti per le proteste negli USA

Attraverso l’account ufficiale è stata annunciata un’operazione online per scovare e denunciare i colpevoli della morte di George Floyd

Anonymous pubblica un video sul suo profilo Twitter in cui denuncia altri casi di violenze e soprusi delle forse dell’ordine americane.

Gli attivisti si schierano con i manifestanti e annunciano una rappresaglia per arrivare alla verità sulla morte di George Floyd.

Il video di denuncia di Anonymous

Anonymous si schiera al fianco dei manifestanti americani contro i presunti soprusi delle forze dell’ordine. Il gruppo di cyber attivisti annuncia sul proprio profili twitter di essere in possesso di almeno un’altra decina di casi simili alla morte di George Floyd. Hanno promesso di hackerare i siti della polizia e dei politici coinvolti a vario titolo nel controverso episodio di Minneapolis. Il video pubblicato sul social è stato già visualizzato e condiviso da almeno mezzo milione di utenti ed ora è uno dei contenuti più virali del web.

Chi è Anonymous?

Anonymous è un cyber gruppo il cui motto “ Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci” rappresenta al meglio la loro filosofia e il loro approccio attivista. È una comunità online che agisce in maniera anonima hackerando e diffondendo informazioni riservate su determinati eventi o problemi. Nata nel 2003 debuttò nel 2006 contro il social network per alberghi Habbo mentre due anni dopo col progetto Chanology si oppose al movimento statunitense di Scientology. Hanno appoggiato l’Iranian Green Party ,che sostiene i diritti dei gay e conta molti rappresentanti in esilio dopo la denuncia di brogli elettorali, e attaccato i siti del famoso bassista dei Kiss Gene Simmons. Sostengono Wikileaks colpendo tutti i stati che lo censurano come nell’Operazione Tunisia. Hanno hackerato il sito del maggiore partito di centro destra irlandese Fine Gael e sostenuto gli egiziani durante la primavera araba per spingere Mubarak alle dimissioni. Nel 2011 hanno attaccato l’Enel , intenzionata ad aprire impianti idroelettrici nel Guatemala ricorrendo a delle milizie paramilitari, e l’AGCOM che intendeva rimuovere numerosi contenuti online violando i diritti d’autore. Stessa sorte è toccata al sito del Vaticano, facebook, Trenitalia,  equitalia il Ministero dell’Interno, la Casaleggio Associati e perfino Vittorio Sgarbi.

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