Ieri sera è andato in onda il tanto atteso servizio di Report sulla Juventus e i suoi presunti rapporti con frange della tifoseria legate alla criminalità organizzata. All’interno del servizio è stato intervistato anche Andrea Puntorno, leader del gruppo ultras ”Bravi ragazzi”, che ha apertmente parlato della maniera in cui gli ultras bianconeri gestiscono i biglietti che la società mette loro a disposizione e quanto sia remunerativa questa attività.
”Mi sono comprato due case, mi sono comprato un panificio. Siamo 600-700 persone, ma non tutte di Torino. Ci occupiamo noi dei biglietti, lucrando. Personalmente non lo facevo, ma c’era chi per me”, sono queste alcune delle frasi shock pronunciate da questo personaggio che ha esplicitato un sitema che in molti avevano intuito. In sostanz la società, dietro minaccia da parte degli ultras di creare disordini che causerebbero problemi al club, regala un gran numero di biglietti a questi personaggi che li rivendono a cifre enormente maggiorate, portando un guadagno non indifferente a queste persone che, per ammissione dello stesso Puntorno, fanno di questa attività la loro principale fonte di reddito.
Purtroppo una certa sudditanza da parte dei club operanti nel calcio professionistico nei confronti di personaggi ambigui che si annidano all’interno delle tifoserie organizzate è evidente a tutti. Il problema di fondo è che questi fenomeni sono frutto del desiderio di quieto vivere da parte delle società che non ci pensano sue volte ad assecondare le richieste di questi personaggi che ben poco pesano sulle loro casse in confronto al danno che potrebbero arrecare in caso si ”ribellassero” causando incidenti negli stadi. La Juventus è adesso al centro di questo scandalo e non può in alcun modo esimersi dallo spiegarsi e mettere in atto qualche azione per arginare il problema, ma non serve a nulla bollare una sola tifoseria come portatrice di un male che, purtroppo, in misure diverse affligge tutti i club professionistici che danno vita al nostro calcio.
