Economia

Trading Online, agli italiani piace sempre di più

Altro che formichine: gli italiani si riscoprono attenti alle forme di investimento e gradiscono in maniera particolare le possibilità offerte dal trading online, che oggi arriva a rappresentare il 10 per cento del controvalore scambiato su azioni italiane, come rivelato dall’ultima classifica di Assosim.

I numeri del trading online. Analizzando il contesto europeo, l’Italia raggiunge una quasi imprevedibile terza posizione per volume d’affari via Web, tenendo il passo dei Paesi scandinavi e della Svizzera nella classifica degli investitori che cercano il brivido di comprare e vendere titoli o prodotti finanziari più sofisticati. La percentuale del trading online arriva addirittura al 54% dei volumi nell’After Hours e cresce a doppia cifra su mercati come il Global Equity Market, su cui sono quotate le azioni estere.

Nuove forme di investimento. Il report di Borsa Italiana evidenzia che il mercato è piuttosto concentrato: i principali broker online del nostro Paese mettono insieme circa il 10% dei volumi scambiati sul mercato azionario principale. Accanto a questi ci sono altre società di servizi finanziari, descritte negli approfondimenti di Investingoal, come ad esempio zulutrade che dal 2007 è una delle più grandi piattaforme di Copy Trading, altra forma di investimento che si muove attraverso Internet.

Superati molti ostacoli. Questi numeri sembrano anche segnalare un altro punto interessante: a dispetto dello scetticismo quasi “atavico” degli italiani, le tipologie di business online conquistano consensi e superano anche le paure e i timori legati alla possibilità di incappare in truffe. Da un lato c’è la speranza (e la promessa) di poter sempre e solo vincere o di avere ritorni facili del 100 o 200% sui propri investimenti, che non a caso sono gli slogan su cui puntano molti siti Web, ma dall’altro c’è una realtà fatta anche di un microcosmo di aziende illegali, su cui cerca di vigilare la Consob.

Valutare il profilo di rischio. La Commissione nazionale ha portato alla chiusura di quasi 200 siti pirata (ovvero operatori online opachi o truffaldini) soltanto nei primi sei mesi di quest’anno, e invita i risparmiatori a prestare molta attenzione nel valutare il proprio profilo di rischio e le proprie conoscenze rispetto ai vari strumenti finanziari venduti sulle varie piattaforme. Gli esperti del Global Thinking Foundation spiegano che gli investitori “sono spesso distratti e allettati da false promesse su operazioni di facile esito“.

Un approccio positivo agli investimenti. Eppure, al di là dei rischi e delle frodi, il trading online “sano” rappresenta comunque resta un approccio positivo al mercato degli investimenti, che sta portando buoni risultati; inoltre, allargando l’analisi alle possibili evoluzioni di mercato e strumenti, è facile immaginare che a breve sorgeranno nuovi prodotti per “accontentare” lo sviluppo dell’industria dei prodotti finanziari, in costante dinamismo, che saranno poi integrati e utilizzati anche nel trading online.

I prossimi passi. Una possibilità, quest’ultima, che mette ancora una volta in primo piano l’importanza di avviare delle vere e proprie attività di educazione finanziaria per riuscire a raggiungere l’obiettivo di aumentare il grado di consapevolezza dei risparmiatori riguardo alle decisioni di investimento e di assunzione del rischio. Allo stesso tempo, sarà fondamentale continuare a lavorare per evitare il proliferare di piattaforme opache e privilegiare, al contrario, le transazioni sui mercati regolamentati, che dimostrino però di essere efficienti e non “semplicemente” cari.

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