Cronaca

Firmata la pace nel Nagorno-Karabakh. Accordo per il cessate il fuoco

Gli scontri tra armeni e azeri si fermano dopo 45 giorni di combattimenti

Armeni e azeri stipulano un accordo sotto l’egida di Vladimir Putin e Recep Erdogan. Terminano gli scontri e finalmente si torna a parlare di pace.

La crisi tra i due paesi confinanti rientra dopo 45 giorni di aspri combattimenti. I due leader dei rispettivi stati hanno firmato un patto per il cessate il fuoco.

Il cessate il fuoco

L’accordo di pace tra Armenia e Arzebaigian è stato definito “la fine delle ostilità”. Il cessate il fuoco verrà infatti sorvegliato dalla Russia e dalla Turchia. Lo stesso Vladimir Putin ha voluto firmare come garante degli accordi. Il testo prevede l’arresto dei due eserciti dove si trovano attualmente, l’invio di un contingente di pace russo o turco, uno scambio di prigionieri e l’inizio dei colloqui per la disputa sul Nagorno.Karabakh.. Avrà validità legale per 5 anni, con l’opportunità di rinnovo alla sua conclusione e non prevede la presenza dei caschi blu dell’ONU.

L’entrata in vigore degli accordi.

Le armi hanno smesso di sparare dopo mezza notte. Nel frattempo a Baku, capitale azera, centinaia di persone sono scese in piazza in segno di vittoria, mentre in Armenia i manifestanti assaltavano e saccheggiavano la residenza del Primo Ministro. Gli armeni non hanno preso bene gli accordi di pace raggiunti perchè rappresentano per la popolazione locale una resa nei confronti dell’Arzebaigian. Lo stesso premier Nikol Pashinyan aveva commentato l’accordo come una “firma dolorosa”, ma necessaria vista la piega bellica presa dal conflitto.

Cosa sta succedendo nel Nagorno-Karabakh?

Il conflitto sorto tra i due stati confinanti dell’Armenia e dell’Arzebaigian prosegue, con vari intervalli, dalla caduta dell’impero sovietico e fino ad oggi è costato la vita a 30 mila persone. Il causus belli è il possesso del territorio dell’autoproclamata Repubblica di Artaskh. Negli ultimi giorni dei combattimenti le forze azere avevano preso la cittadina strategica di Shushi, che controlla lo snodo stradale principale della regione, e riconquistato una cinquantina di villaggi. Nei mesi precedenti erano stati raggiunti tre accordi per un cessate il fuoco, tutti e tre però regolarmente disattesi e falliti. I massicci aiuti forniti dalla Turchia all’esercito azero hanno però fatto la differenza nelle ultime settimane di scontri. Gli armeni non hanno ricevuto invece un adeguato supporto dalla Russia, che preoccupata dall’avanzata azera ha preferito forzare la mano per il raggiungimento di un accordo di pace.

 

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