Attualità

Gli individui tra costrizioni e identità

Tutti noi inconsciamente riconosciamo delle imposizioni sociali accettate e ogni giorno la nostra mente decide quali costrizioni accettare. Costrizioni intese come modo di essere per sentirsi accettati, omologati e parte della società.

Viviamo in previsione di avere un lavoro che ci rende possibilmente felici, nell’attesa di trovare una persona da amare, e che ci ami, e di avere con lei dei figli.
Tutto ciò è una costrizione del nostro essere animali liberi, esseri viventi con una propria identità diversa dall’identità della società.
Vogliamo un lavoro per sentirci liberi, accumuliamo denaro per sentirci indipendenti economicamente.
Lo accumuliamo come farebbero dei passerotti con i rami per il nido: per vizi, inutilità e necessità.
Nella nostra mente c’è la regola del dover lavorare, del denaro, del doversi sposare e dover avere dei figli per sentirsi parte di una società che tende sempre di più all’esclusione del più debole, di chi non è riuscito.
Se anche queste condizioni sono riconosciute ed evitate si va comunque incontro a costrizioni.
Per un’ideologia anticonformistica, è accettabile da persone che sfuggono dalla società e da ciò che vedono come un legame a essa frequentare determinati posti, fare uso di sostanze non legali, commettere piccoli crimini e infrazioni.  In tutto questo c’è comunque una costrizione sociale. C’è l’accettazione comune dell’antisocialità e dell’esclusione.
Si creano persone in equilibrio tra ciò che vorrebbero essere e ciò che ci si aspetta da loro.
Gli individui fuggono dalle costrizioni creandone altre e questo provoca rabbia e frustrazione. Dipendenza e crisi di personalità. Persone che lottano in continuazione tra impulsi e costrizioni sociali per mantenere la propria identità all’altezza delle proprie aspettative e per dare un’immagine di sé coerente con la propria moralità .
Per tale ragione esseri umani perfettamente sani di mente si alienano, manifestano disturbi sociali e personali, manie di persecuzione in perfetto stile 1984 (Orwell George). Si ha la sensazione di essere controllati e controllori, di agire sugli altri ma allo stesso tempo creare delle costrizioni su noi stessi.

Questa battaglia silenziosa risiede in ognuno di noi. Questo perché la società propone costrizioni sempre più rigide e allo stesso tempo ambigue, accettando la violenza ma ripudiandone la manifestazione, giocando a chi ha più potere sugli altri, e continuando un perverso e persuasivo controllo interno della devianza.

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