Cronaca

Uragano Irma torna alla categoria 5: tutti in fuga dalla Florida

Come ha tenuto a comunicare il National Hurricane Center, dopo un iniziale declassamento alla categoria 4, l’uragano Irma ha ripreso vigore, ritornando alla massima di 5 mentre punta sulla Florida. L’allerta, dapprima concentrato per il sud della Florida è stato diramato anche per il nord. La perturbazione intanto è ora a sole 300 miglia circa da Miami (485 chilometri) e viaggia attualmente a 13 miglia orarie (20 km/h) in direzione ovest. Decisive le prossime 48 ore. Intanto Irma, congiuntamente a Josè e Katia, i due nuovi uragani è allineata in un tris micidiale sull’oceano atlantico, come testimoniano immagini da satellite e minacciano, terrorizzando, tutta l’America centrale e settentrionale.

Uragano Irma: Cronache urbane

Miami, Florida. Una città deserta, surreale. L’uragano Irma deve ancora raggiungere la zona ma sono già rare le auto in giro; spostamenti in Taxi o Uber pressoché impossibili, per via della benzina che scarseggia. Gli amici che studiano o vivono in quella zona da tempo sono finalmente partiti, ieri, diretti chi a Boston da altri compagni di studio, chi addirittura in Canada, da lontani zii. Hanno prenotato i voli con largo anticipo, giorni fa, quando la minaccia di Irma ha iniziato a diventare pressante. Nei market è stato assurdo, ci dicono, vedere gli scaffali completamente vuoti: nessuna bottiglia d’acqua disponibile, cibo quasi inesistente. Pagare un volo per due è costato la bellezza di due stipendi; per chi ha bambini anche peggio, ma per fortuna sono tutti riusciti a partire in tempo.

Marco e Jillian, diretti a Boston sono due graphic designer, ma a Miami lasciano l’appartamento faticosamente cercato e trovato, dopo due anni a Wynwood, cuore artistico della città, colmo di murales e dalla vivace vita notturna, l’ideale per l’animo creativo di questa coppia. Hanno la tv accesa in sottofondo, i media locali rimandano immagini dal satellite degli uragani in arrivo. Marco mi invia uno screenshot del traffico aereo di queste ore, dal sito flightradar24. E’ impressionante vedere come tutti si dirigano a nord.

Clarissa e Noah hanno due bambine di 6 e 4 anni, una vita frenetica in cui coniugare casa e lavoro è davvero uno sport estremo e un costosissimo affitto a Brickwell, fulcro del business e delle attività commerciali, dove fra “dovere e piacere” c’è sempre tempo per un aperitivo fuori orario. Qui, a differenza di Wynwood i grattacieli si specchiano fra loro, i condomini sono di lusso e vedi da mattina a sera un viavai di gente in altrettanto lussuosi tailleur, giacche e cravatte dal ricercato taglio sartoriale.

…di una città deserta

E’ proprio Clarissa a riferirci che “girare per una silenziosa, ancor soleggiata Miami” dia i “brividi.” Nella videochiamata su Skype avvisa che non ci sentiremo fino a quando non giungeranno a Vancouver. Perché volo a parte, oltre alla corrente elettrica, ballerina anche i telefoni, a tratti perdono il segnale. Noah, originario del posto si affaccia solo per far sapere che durante la stagione degli uragani “è normale, poi passa“. Colpisce la sua apparente tranquillità, come se davvero ci si possa mai abituare a uragani di questa portata ma lei, conoscendo suo marito da tempo, mi comunica che sia davvero spaventato quanto lei.

Su di loro non c’è traccia dell’aria ordinata e compassata da bancari: Clarissa ha uno chignon scomposto, Noah qualche occhiaia che lo invecchia di troppo, rispetto ai suoi soli trent’anni. Entrambe le coppie rientrano nei Dreamers che Trump voleva rispedire a casa: qui, a Miami, Clarissa e Marco, 28 e 33 anni si sono trasferiti ben dieci anni fa. Lasciando tutto in Italia e studiando alacremente, senza il supporto della famiglia sono riusciti a costruirsi una vita, ritagliandosi il proprio posto nella “patria delle opportunità”.

Ora Irma sta mettendo a rischio un lavoro di anni, minacciando di cancellare questo sogno faticosamente costruito. Jillian, più tecnologica dei nostri connazionali ha scaricato sul suo iphone l’app Zello Walkie Talkie, nel timore di non poter comunicare con gli amici, in città, per via del tempo. Mi invia uno screenshot del funzionamento del programma via Whatsapp, orgogliosa e ridiamo un attimo insieme…è la moglie del mio amico, parliamo due lingue diverse, abbiamo vite diverse, certo. Ma entrambe ricordiamo gli anni 80′ nostalgiche.Entrambe ci sentiamo parte di una stessa unica, grande generazione mondiale, che prega, sogna, ama e spera allo stesso modo.

E’ l’ora della partenza, si smette di ridere, i bagagli sono già in auto. Il vento sta rinforzando, meglio affrettarsi, dicono. Forse quelle, se tutto va bene saranno le uniche cose che perderanno, posteggiate in aeroporto e “abbandonate” al destino che l’uragano riserverà loro. Ci si augura “buon viaggio, occhi aperti, siate prudenti“.

Stamane qualcuno in Italia si lamenta dei giornali, concentrati tutti sugli uragani “esteri” di queste settimane. “Ci sono notizie ben più gravi, nel Paese”, qualcuno cinguetta. Ci stiamo perdendo un dettaglio essenziale: Irma non sta devastando solo un territorio, ma sta stravolgendo la vita delle popolazioni colpite, in particolare degli americani. Ridefinendo non solo il paesaggio, ma l’esistenza di tutti. Giorni fa in tv, per l’ennesima volta, c’era il Titanic. Commozione via social, occhi sognanti per Jack e Rose. Una tragedia d’altri tempi, aberrante, ma trasposta in un film per cui tutti si lasciano ancora scappare una lacrima. Harvey e Irma sono reali, realissimi: eppure siamo tutti già stanchi di sentirne parlare.

Fino alla prossima tragedia, ovvio.

Uragano Irma: zoom sui Social 

Di seguito riportiamo alcuni dei tweet rintracciati oggi con l’hashtag #miami#irma  dove, oltre alle testimonianze riportate in articolo, si sommano quelle degli internauti, che mostrano la spettralità di una Miami quasi priva di abitanti e turisti.

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