Politica

Primarie Lega Nord 2017, Matteo Salvini vince: i risultati

Oggi 14 maggio si sono tenute le primarie per l’elezione del Segretario della Lega Nord. Dopo quelle del 2013 in cui si fronteggiarono l’ala più tradizionalista del Carroccio, capitanata dal Senator Umberto Bossi, e l’ala più innovatrice del partito capitanata dal giovane Salvini, oggi le due correnti leghiste son tornate a confrontarsi.

Salvini vince alle Primarie: battuto Fava con oltre l’80% delle preferenze

Lo sfidante di Matteo Salvini è Giovanni Fava detto Gianni, vicino alle posizioni di Maroni e Bossi (che continua a conservare la presidenza del Partito). Fava ha alle spalle una carriera parlamentare e attualmente ricopre la carica di Assessore all’agricoltura della Regione Lombardia, presieduta a sua volta dal bossiano Maroni.

I risultati che in maniera ufficiosa iniziano a pervenire dalle Regioni in cui si è votato eleggono Matteo Salvini segretario in maniera schiacciante con una percentuale superiore all’86%. Il manicheismo dei militanti leghisti (che a differenza delle primarie PD sono gli unici ad aver diritto di voto) è sempre stato lampante: nelle primarie del 2013 l’attuale segretario guadagnò l’82% delle preferenze. È interessante però l’analisi del voto regione per regione.

Se nelle regioni dell’estremo Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli, Veneto), Milano esclusa, l’adesione alla cosa salviniana è stata quasi unanime, nelle regioni del Centro-nord gli elettori son stati più divisi sulla strada che la Lega percorrerà nei prossimi 4 anni. In Toscana e in Umbria l’assessore lombardo ha sfiorato il 30% di preferenze, in Valle D’Aosta è vicino all’1-2%.

Primarie Lega Nord: la doppia scelta degli elettori

Gli elettori avevano dinanzi due modelli totalmente contrapposti di gestione del partito.
Gianni Fava, come la corrente che rappresenta, è sempre stato molto critico sulla ricerca di una base elettorale anche al Sud Italia e di rendere, di conseguenza, il Carroccio un partito nazionale. La corrente bossiana rivendica la posizione della Lega come partito post-ideologico, quasi sindacale per una precisa utenza: gli imprenditori del Nord Italia. Inoltre non è ben vista né la simpatia del segretario milanese verso i movimenti lepenisti e trumpisti, ritenuti di estrema destra, né la volontà di tenere comizi e fare propaganda nelle città del Sud Italia. Il suo sfidante, invece, si appresta a presentarsi in un’ampia coalizione di centrodestra alle prossime elezioni politiche, in cui plausibilmente convergerà anche Forza Italia di Silvio Berlusconi, ancora in attesa del verdetto della Corte Europea sulla sua candidabilità. I temi su cui la seconda generazione leghista batte vanno dall’immigrazione al lavoro, dalla sicurezza al sovranismo.

È interessante vedere come il corpus nazionale di elettori si posizionerà rispetto alla proposta euroscettica, ampiamente sconfessata in tutte le nazioni europee ad eccezione della Gran Bretagna. I sondaggi sulle intenzioni di voto continuano a presentare la coalizione di centrodestra come terza forza politica del paese dopo PD e Movimento 5 Stelle, ma l’instabilità del quadro politico euro-statunitense possono facilmente spostare l’ago della bilancia sia verso la moderazione sia verso l’estremismo. Ad ogni modo il fatto certo che emerge dalle consultazioni di oggi è che la Lega che tanto aveva fatto breccia negli anni ‘90 non è rappresentata neanche più dai suoi militanti più assidui; e che la chiusura riservata agli italiani che vivono al di sotto della Pianura Padana è finita. Da oggi la Lega Nord diventa a pieno titolo Lega Italiana.

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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