Cronaca

Migranti Libia, Nuovo Naufragio: 113 dispersi per gommone affondato

Tragedia ieri davanti alle coste di Az Zawyah, al largo della Libia. Un gommone, che si ipotizza ospitasse 120 migranti, sarebbe affondato prima dell’arrivo dei soccorritori. Bollettino impietoso: 113 dispersi e 7 persone tratte in salvo dalla Guardia Costiera libica.

 

Secondo le autorità della guardia costiera libanese, però, il numero dei migranti imbarcatisi sul gommone sarebbe maggiore. “Questa domenica abbiamo salvato sette migranti illegali – sei uomini e una donna”, ha detto Omar Koko, un comandante della guardia costiera nella città occidentale di Zawiya, che ha aggiunto: “Secondo questi sopravvissuti, erano in 170 a bordo dell’imbarcazione affondata per sovraccarico. Tutti i corpi sono di vittime femminili”. Da quanto descritto dai superstiti, inoltre, gli scafisti viaggiavano su un gommone parallelo a quello dei migranti e, dopo aver tolto il motore all’imbarcazione dei rifugiati, sarebbero scappati.

Tragedia migranti nel Mediterraneo: i numeri

Purtroppo si avvicina l’estate e i numeri che descrivono questa continua tragedia umanitaria non possono che essere destinati a crescere. Da Giovedì, come confermato dalle guardie costiere in Italia e Libia circa 7.500 persone sono state tratte in salvo. Inoltre, come si evince dal commento rilasciato alla Stampa dell’Alto Commissario per i Rifugiati Filippo Grandi sulle traversate del Mediterraneo dell’ultimo fine settimana, oltre 43.000 persone hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Italia dalla Libia e più di 1.150 persone sono scomparse o hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa dall’inizio dell’anno. Come affermato da Grandi: “La rotta del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Italia, di gran lunga la più utilizzata da richiedenti asilo e migranti per raggiungere l’ Europa, si è dimostrata essere anche la più letale. È necessario – ha aggiunto – intervenire prima che le persone vengano catturate e esposte a terribili abusi da parte dei trafficanti in Libia e in altri paesi di transito e prima che essi si imbarchino per attraversare il Mediterraneo”.

Anche in risposta alle polemiche degli ultimi giorni sui dubbi riguardanti la regolarità negli interventi di alcune organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo, l’UNHCR ha tenuto anche a chiarire l’importanza dell’apporto dell’intera galassia delle ONG operanti in quella parte di mare mostrando che solo nel 2016 le ONG hanno salvato più di 46.000 persone nel Mediterraneo centrale, rappresentando più del 26% di tutte le operazioni di salvataggio. Se considerate le missioni dall’inizio del 2017 l’incidenza di tali azioni si attesta attorno al 33% del totale.

Medea Savary, referente comunicazione per l’UNHCR in Sicilia, in un’intervista rilasciata per Catania Today a tal proposito ha affermato: “Che ben vengano le indagini della magistratura sulle presunte irregolarità”. Aggiungendo inoltre che “per quanto riguarda le indagini sulle ONG ribadiamo che il miglior metodo per distruggere i trafficanti è quello di non averne bisogno. Se ci fossero dei corridoi umanitari, delle vie per poter accedere legalmente in Europa, si risolverebbe il problema dei traffici illeciti in un istante”.

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