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Andrea Pirlo: Altezza, Peso e Biografia del Campione del Mondo

Andrea Pirlo, campione del mondo nel 2006, è nato a Flero in provincia di Brescia il 19 maggio 1979. La sua altezza è pari circa a 177 cm per un peso di 68 kg. Nel corso della sua carriera è diventato famoso con le maglie di Milan e Juventus, oltre a quella della Nazionale indossata per 116 volte.

La sua ”maledetta”, un calcio di punizione diventato un punto di riferimento per ragazzini che dando i primi calci a un pallone provavano a imitarla, ha deliziato gli appassionati di calcio per anni in Serie A, prima di vivere le ultime stagioni della sua carriera negli Stati Uniti giocando in MLS.

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Come accaduto a numerosi fuoriclasse del mondo del calcio, l’esplosione di Andrea Pirlo non è stata immediata: infatti, all’inizio della sua carriera era schierato quasi sempre da trequartista avanzato, ruolo in cui faceva fatica a mettere in luce le sue strabilianti potenzialità tecniche. L’intuizione di abbassare il suo raggio di azione di diversi metri e trasformarlo in un regista basso inizialmente è di quel grande uomo del calcio che fu di Carlo Mazzone a Brescia.

Come detto, le cose migliori nella sua carriera le ha fatte con la maglia del Milan, ma Pirlo approda nella città di Milano dalla ”parte opposta dei Navigli”, vestendo la maglia dell’Inter dal 1998 al 2001, esperienza intervallata da due prestiti: uno alla Reggina e l’altro nella natia Brescia dove gioca con Roberto Baggio ed avviene lo spostamento di posizione voluto da Mazzone.

Gli anni al Milan

Sarà stata la giovane età o un contesto di squadra non esaltante, la parentesi nerazzurra si chiude con ben poche soddisfazioni per Pirlo che però ha subito un’altra occasione nel calcio che conta: infatti, nell’estate del 2001 viene acquistato per 35 miliardi di lire più Drazen Brncic dal Milan. Per avere minuti importanti deve attendere l’infortunio di Gattuso  che libera per lui un posto a centrocampo e il fuoriclasse bresciano sfrutta l’occasione diventando un perno della squadra.

Nella stagione 2002/03 Carlo Ancelotti cede alle insistenze del presidente Berlusconi e schiera il cosiddetto ”albero di Natale”, sostanzialmente un 4-3-2-1 che permetteva al tecnico emiliano di schierare contemporaneamente giocatori della qualità di Pirlo, Seedorf e Rui Costa. La stagione si conclude con la vittoria della Champions League nella finale tutta italiana di Manchester contro la Juventus e della Coppa Italia conquistata ai danni della Roma. La stagione successiva vede i rossoneri aggiudicarsi il diciassettesimo scudetto della loro storia e, manco a dirlo, Pirlo è di nuovo protagonista.

Nella stagione 2004/05 il Milan torna protagonista in Europa conquistando la finale di Champions League, ma a Istanbul succede l’imponderabile con i rossoneri che, dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per 3-0, subiscono una clamorosa rimonta da parte del Liverpool e perdono la coppa ai rigori in una delle sconfitte più cocenti della carriera di Andrea Pirlo.

L’estate del 2006 è un momento chiave per Pirlo e per tutto il calcio italiano: infatti, la Nazionale guidata da Marcello Lippi è protagonista di una grandissima cavalcata mondiale in Germania che si conclude con la vittoria nella finale di Berlino contro la Francia. Il centrocampista del Milan è uno degli eroi di quella impresa memorabile, siglando l’assist per l’indimenticabile gol di Grosso contro la Germania in semifinale e realizzando uno dei rigori della lotteria decisiva contro la Francia.

L’estate del 2006 è però anche l’estate di Calciopoli che porta la Juventus in Serie B e costringe il Milan a partire dai preliminari della successiva edizione della Champions League. I rossoneri hanno un DNA marcatamente europeo e lo dimostrano anche in quella occasione arrivando fino in fondo e prendendosi la rivincita contro il Liverpool nella finale di Atene che regala al Milan la settima coppa dalle grandi orecchie della sua storia e ad Andrea Pirlo il suo secondo successo personale. Gli ultimi anni in rossonero, fatta eccezione per lo scudetto conquistato non da protagonista nell’ultima stagione, sono avari di soddisfazioni per il centrocampista bresciano.

Gli anni juventini e l’esperienza americana

Max Allegri non sembra puntare pienamente su di lui e così Pirlo decide di accettare il corteggiamento della Juventus che lo ingaggia a parametro zero nell’estate del 2011, regalandogli una seconda vita calcistica. Arriva subito l’inaspettato scudetto sotto la guida di Antonio Conte e a inizio estate 2012 è di nuovo protagonista con la Nazionale negli Europei che vedono gli azzurri soccombere solo in finale contro una fenomenale Spagna. Anche le successive due stagioni portano in dote a Pirlo e tutta la Juventus lo scudetto, ma nei primi giorni di ritiro in vista della stagione 2014/15 Antonio Conte lascia a sorpresa la panchina bianconera e al suo posto arriva Allegri, l’uomo che aveva di fatto sancito la fine della sua esperienza rossonera.

Come nel suo stile, Pirlo instaura un buon rapporto con il ritrovato mister e la Juventus, forse un po’ a sorpresa, arriva fino alla finale di Champions League che si disputa nello stadio dove Pirlo e altri esponenti di quella Juve hanno raggiunto l’apice della loro carriera: l’Olympaistadion di Berlino. Il Barcellona in quella occasione si dimostra essere superiore a quella Juve e Pirlo perde la seconda finale di Champions della sua vita, abbandonando il calcio che conta in lacrime.

Pirlo-finale champions 2015

Al termine di quella stagione sente che la sua missione nel calcio europeo è conclusa e, pertanto, complice anche un’offerta economica non rifiutabile, decide di esportare il proprio calcio anche oltreoceano firmando per il New York City dove vive gli ultimi anni da professionista prima del ritiro annunciato lo scorso autunno.

 

Il 21 maggio a San Siro si terrà la partita di addio al calcio di Andrea Pirlo in cui gli amici che lo hanno accompagnato per tutta la sua straordinaria carriera calcheranno per l’ultima volta con lui il prato verde dello stadio in cui è diventato grande. C’è attesa per sapere come i tifosi rossoneri approcceranno a questo evento, ma siamo sicuri che il calcio italiano non abbia raggiunto livelli così beceri da non fornire a questo grande campione un omaggio adeguato nel giorno del suo addio al calcio.

Non ci resta che essere grati di aver avuto l’opportunità di assistere alle giocate di un fuoriclasse come il maestro Andrea Pirlo.

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Emanuele Terracciano

Nato ad Aversa (CE) il 22 agosto 1994 e laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Salerno. Collaboro con i siti di Content Lab dal 2015 occupandomi di sport, politica e altro.
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