Attualità

Cos’è la Fondazione ITALIA – USA e di cosa si occupa

La Fondazione Italia – USA organizza eventi, seminari e convegni atti a rafforzare il rapporto di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli Stati Uniti. Lo scopo è quello di promuovere l’amicizia tra due popoli legati dal un rapporto molto stretto che oramai va avanti da diversi decenni. Abbiano sentito il professor Corrado Maria Daclon, segretario generale della fondazione che ci ha spiegato meglio quali sono i campi di interesse e le attività portate avanti.

  • Come nasce la Fondazione Italia USA, quando e perché?

Nasce nel 2005, per la precisione il 4 luglio. Data non casuale. All’epoca, anche parlandone con l’allora ambasciatore americano in Italia Mel Sembler, constatammo che non esisteva una istituzione in Italia dedicata unicamente all’amicizia tra i due Paesi. Per questo, con alcuni amici, abbiamo pensato di dar vita ad una Fondazione che avesse questo obiettivo.

  • Dove avete sede e come vi finanziate?

La Fondazione ha sede a Roma. Opera grazie unicamente ed esclusivamente alle quote associative annuali dei soci in quanto, per scelta e a tutela della propria totale indipendenza, non riceve alcuna forma di contributi, sussidi o sovvenzioni, neppure nella forma di incarichi professionali, da alcuna istituzione o ente pubblico, governativo o locale, né sponsorizzazioni o pubblicità da parte di aziende. Questo garantisce la nostra libertà e la nostra autonomia. Non abbiamo personale dipendente o collaboratori retribuiti, siamo tutti volontari. La quota associativa è fissata in 50 euro, e possono iscriversi solo le persone fisiche. Credo sia una situazione assolutamente unica in Italia, che assicura la più totale trasparenza alla nostra istituzione a cui aderiscono oltre un centinaio tra le più alte e importanti personalità del mondo politico, diplomatico, giornalistico, scientifico e culturale del nostro Paese.

  • Quali sono le principali attività e a chi sono rivolte?

Le iniziative sono sempre molte, incontri bilaterali, visite di studio, concerti, seminari di approfondimento e tanto altro. Possiamo ricordare tra le tante il master online in global marketing comunicazione & made in Italy organizzato per favorire l’internazionalizzazione dei giovani verso gli Stati Uniti. Per queste attività formative la Fondazione è anche membro del programma delle Nazioni Unite “United Nations Academic Impact”. Poi abbiamo ogni anno il Premio America, un riconoscimento di grande valore civile ed istituzionale conferito alla Camera dei Deputati e il cui obiettivo è riconoscere e stimolare iniziative ed opere volte a favorire i rapporti tra Europa e Stati Uniti d’America. Vengono quindi premiate alte personalità di chiara fama, e di assoluta eccellenza nei rispettivi campi di interesse ed attività, che si siano distinte per il loro operato ed abbiano raggiunto importanti risultati a favore dell’amicizia transatlantica.

  • Quali sono state le iniziative che avete portato avanti nel tempo e quali quelle di cui siete più orgogliosi?

Riguardo il nostro master la Fondazione eroga ogni anno, ormai da sei anni, mille borse di studio a copertura totale destinate a neolaureati meritevoli, che ricevono anche un attestato di merito per il loro talento nell’ambito di una cerimonia che si tiene presso la Camera dei Deputati. E’ per noi un grande sforzo in termini di risorse umane ed economiche. Ma vediamo i risultati. Moltissimi dei nostri studenti ora sono all’estero e lavorano in importanti realtà, altri ci scrivono che sono riusciti a realizzare progetti e iniziative professionali, o hanno trovato una collocazione in importanti imprese. Ecco, questa per noi è la soddisfazione più significativa, la prova che abbiamo scommesso sul talento e sulla passione dei giovani, e abbiamo vinto.

  • Quanti sono attualmente i soci? Chi fa parte oggi del direttivo e con quali deleghe?

I soci, vale a dire gli iscritti che aderiscono ogni anno alla Fondazione versando la quota di iscrizione, sono alcune migliaia. Lo staff è composto da oltre un centinaio tra le più alte e importanti personalità del mondo politico, diplomatico, giornalistico, scientifico e culturale del nostro Paese.

  • Qual è il vostro rapporto con le amministrazioni locali e nazionali? In che modo, se lo fate, collaborate?

Abbiamo contatti da sempre con le maggiori istituzioni del nostro Paese e con quelle statunitensi. Le istituzioni italiane non ci hanno mai fatto mancare la loro adesione e il loro incoraggiamento per le nostre iniziative. Lo testimoniano negli anni decine e decine di messaggi da parte delle più alte cariche dello Stato. Per i rapporti con le istituzioni americane mi fa piacere ricordare, tra le tante cose, una lettera personale inviatami dal presidente Barack Obama al termine del suo mandato, nella quale ha scritto, riferendosi a lui e Michelle: “siamo toccati dal tuo supporto e da quello della Fondazione Italia USA, supporto che ha contribuito ad ispirare il nostro lavoro”. Un riconoscimento molto generoso e del tutto inaspettato.

  • Com’è il rapporto con le altre Associazioni che operano nel vostro stesso ambito? In che modo, se lo fate, collaborate?

Esistono tante realtà importanti di raccordo con gli Stati Uniti, ognuna di queste è finalizzata a diversi scopi, come per esempio la promozione delle aziende italiane negli Usa, e così via. Sono ambiti differenziati dai nostri obiettivi, ma in ogni caso le relazioni sono ottime.

  • Quali sono le iniziative o le attività che avete in mente per il futuro?

Nel breve periodo, tenendo conto anche della complessità della situazione attuale, cercheremo di continuare con profitto l’investimento nei giovani attraverso l’erogazione delle nostre borse di studio. E stiamo lavorando per la dodicesima edizione del Premio America. Seguiamo poi, con approfondimenti quotidiani sul nostro sito, l’appassionante campagna elettorale per l’elezione del presidente americano.

  • Qual è la situazione in Italia ed in America dal vostro punto di vista? Vedete dei cambiamenti nell’ultimo periodo?

Le relazioni sono sempre state molto solide, e lo sono tuttora. Certamente nel tempo si differenziano. Vi è oggi più osmosi tra le due coste dell’Atlantico in tanti settori come la cultura, il giornalismo, ma anche le imprese. Per vedere però se vi saranno dei cambiamenti suggerisco di attendere l’esito delle elezioni americane. Esito ad oggi non più così scontato come sembrava fino a poche settimane or sono grazie ai risultati travolgenti che aveva conseguito l’economia americana. E’ vero che, in periodo di crisi drammatiche come una guerra, gli elettori americani non cambiano mai il loro comandante in capo. Il cosiddetto “rally ‘round the flag effect”. Però, allo stato attuale, non è possibile compiere delle previsioni. Dovremo attendere il 3 novembre.

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