Attualità

Cos’è Openpolis? Intervista al presidente Vittorio Alvino

La Fondazione Openpolis promuove progetti per l’accesso alle informazioni pubbliche, la trasparenza dei dati e la partecipazione democratica. Si occupa di rendere più informate le persone sulla politica e sui processi decisionali, sui partiti e sulle varie organizzazioni che a vario titolo si occupano di policymaking.
Queste attività si basano sul lavoro condiviso e distribuito all’interno della community. Con l’obiettivo di rendere il cittadino consapevole di scegliere condividendo la conoscenza. Oggi cercheremo di capire meglio cos’è e cosa fa Openpolis, parlando con Vittorio Alvino, Presidente di Openpolis.
  • Come nasce la vostra Fondazione, quando e perché?
La fondazione nasce nel 2018 ma prosegue il percorso dell’Associazione openpolis che ha mosso i suoi primi passi 15 anni fa.
  • Dove avete sede e come vi finanziate?
Siamo a Roma, nei pressi di Piazza Vittorio. La Fondazione è potuta nascere grazie al contributo di alcuni Fondatori che ci hanno permesso di rinnovare e dare forza al progetto openpolis. La gran parte delle nostre entrate vengono da progetti di raccolta dati e informazione che sono cofinanziati, come quello sulla Povertà educativa sviluppato insieme a “Con i Bambini”, o dalla vendita degli stessi servizi ai media, come nel caso della trasmissione Report di Rai Tre, con cui collaboriamo dallo scorso anno. Avremmo davvero bisogno di aumentare le donazioni, che al momento sono purtroppo minime, per far crescere ancora di più i nostri progetti indipendenti e allargare la comunità di collaboratori, lettori e utenti dei nostri siti web.
  • Quali sono le principali attività e a chi sono rivolte?
La nostra caratteristica è di produrre un tipo di informazione frutto dello sporco lavoro della raccolta e dell’analisi dei dati, unendo tecnologia e contenuti. Qualità purtroppo rara nel nostro paese, che invece abbonda di analisti e commentatori vari che poco si sforzano di cercare le evidenze e i dati di fatto. Ci rivolgiamo a chi non si accontenta dei giudizi senza spiegazioni o delle spiegazioni senza dimostrazione.
  • Quali contributi avete dato negli anni alla programmazione della vita politica e socioeconomica italiana? Con quali risultati?
La nostra ambizione non è quella di intervenire nei programmi politici, il che, avrebbe a che fare con mestieri diversi come quello della politica, del sindacato o, anche se in maniera diversa, del lobbying. Mestieri importanti, fondamentali in democrazia e rispettabili ma che è bene siano nettamente distinti, se non in contrapposizione, rispetto a quello che tentiamo di fare noi.
Ossia diffondere un’informazione indipendente e senza scopo di lucro, mettere a disposizione di chiunque dati utili per valutare le scelte e i comportamenti di chi ricopre ruoli di responsabilità nella politica, nell’economia nella società in genere. I risultati si valutano nella capacità di portare argomenti e punti di vista diversi sui temi in discussione, ripresi e rilanciati dai media nazionali e locali, con la possibilità di raggiungere più persone. Oppure a volte nella possibilità di condizionare i comportamenti sbagliati e gli abusi di potere, attraverso denunce e campagne. A volte ci riusciamo. Pubblichiamo un report annuale per dare conto  di tutto questo a chi ci segue e ci sostiene.
  • Quali sono state le iniziative che avete portato avanti negli anni e quali quelle di cui siete più orgogliosi?
Se c’è una cosa di cui andiamo orgogliosi è quella di essere ancora in piedi, nonostante i nostri progetti siano in contraddizione con una banale razionalità economica fatta di costi e ricavi o con la logica della convenienza.
In questo senso siamo legati a tutte le nostre iniziative, tutte ci rappresentano in maniera diversa. A cominciare da “openparlamento”, che, ancora oggi ad oltre 10 anni dal suo avvio, è l’unica fonte di informazione per sapere in maniera semplice se un parlamentare è stato presente ad una votazione, se ha votato a favore o contro una legge.
Per proseguire con “openbilanci”, che permette di vedere come sono gestite le risorse del proprio comune – di tutti i comuni d’Italia negli ultimi 15 anni – di fare confronti nel tempo e con altri comuni. E poi i progetti avviati più di recente con la Fondazione. Come il canale del nostro magazine “Openpolis”, che approfondisce aspetti ogni settimana nuovi, con dettagli comune per comune, sulle tante povertà che condannano bambini e ragazzi all’esclusione, la “povertà educativa”  appunto. O anche “Centri d’Italia” – sempre pubblicato nel nostro magazine – che cerca di fare luce sul pianeta dell’accoglienza dei migranti, tanto opaco e sconosciuto quanto sfruttato dalla propaganda politica.
  • Quanti sono attualmente i soci? Quanti nei vari territori italiani? Chi fa parte oggi del direttivo e con quali deleghe?
Chi apprezza quello che facciamo ed è in condizione di darci una mano, può farlo con donazioni o sottoscrivendo il 5×1000. Stiamo anche pensando a formule per contribuire e partecipare che, però, abbiamo un senso reale e non si limitino ad una tessera con un numero sopra. Oltre ai Fondatori iniziali – ossia Guglielmo Celata, responsabile delle tecnologie, Ettore di Cesare, direttore dei progetti, Vincenzo Smaldore, responsabile dei contenuti e me, che sono presidente – fanno parte degli organi direttivi i Fondatori partecipanti, Roberto Aloisio del Gran Sasso Science Institute Università dell’Aquila, Marco De Ponte per ActionAid Italia, Silvio Maresca per l’Ass. EtiPublica di Pescara e Matteo Fago.
Tutti i dettagli, compresi i bilanci e le dichiarazioni dei redditi di chi ricopre ruoli nella Fondazione – non dovute per legge ma per nostra scelta – sono sul nostro sito alla voce fondazione.
  • Qual è il vostro rapporto con le amministrazioni, locali e nazionali?
Ci piacerebbe avere un rapporto di collaborazione con tante amministrazioni, sia nazionali che locali. Perché crediamo che le istituzioni hanno oggi il difficile compito di dare un senso nuovo a parole come democrazia e rappresentanza. A volte la collaborazione è possibile, quando c’è la disponibilità a pubblicare dati e documenti – almeno quelli che per legge dovrebbero essere pubblici – e a rispettare la nostra autonomia.
  • In quali territori la Fondazione è più presente?
Tendiamo a trattare i nostri temi, secondo i casi, sul piano nazionale o con dettaglio locale per tutti i comuni italiani, senza particolari specificità. Curiamo poi progetti che riguardano la gestione del post terremoto all’Aquila in collaborazione con il Gran Sasso Science Institute, che in quel territorio ha sede.
  • Com’è il rapporto con le altre Fondazioni che operano nel vostro stesso campo? In che modo, se lo fate, collaborate?
Non abbiamo rapporti in particolare con le Fondazioni se non, quando capita, per specifici progetti o iniziative.
  • Quali sono le iniziative o le attività che avete in mente per il futuro?
A breve pubblicheremo una prima pratica dimostrazione delle potenzialità informative della nostra Mappa del potere, il progetto strategico della Fondazione. Stiamo raccogliendo dati sui tanti poteri straordinari e paralleli sorti nell’emergenza Covid 19: le organizzazioni, le persone le relazioni tra di loro. Pensiamo sia un contributo utile, nuovo e promettente.
  • Qual è la situazione in Italia dal vostro punto di vista? Vedete dei cambiamenti nell’ultimo periodo?
Beh, la nostra percezione, come quella di tutti, dell’ultimo periodo in questo momento è schiacciata sul dramma dell’epidemia ancora in corso. In questo passaggio difficile e pericoloso della nostra storia tentiamo di fare, per quello che possiamo, la nostra parte. Che è quella, appunto, di sondare gli assetti di potere in rapida e caotica evoluzione, di ricostruire la gestione delle responsabilità e delle ingenti risorse pubbliche utilizzate in deroga alle norme ordinarie e con pochi controlli. Cerchiamo di dare un contributo per capire cosa sta accadendo, sperando si possa evitare quello che è accaduto nelle tante emergenze, recenti e passate, del nostro paese.
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