Attualità

”La costruzione del nemico” il libro presentato al BookPride di Milano

Il modello democratico occidentale sembra aver generato odio nei confronti di coloro che vengono identificati come un ostacolo al compimento di una promessa di benessere. Ne hanno parlato Paolo Ceri e Franca Bonichi durante il BookPride di Milano, nel libro “La costruzione del nemico”.
Tra i temi trattati assume rilievo la creazione di identità compensatorie per eclissare il problema principale della politica attuale, ovvero il conflitto tra capitale e lavoro, conflitto che ha creato generazioni crescenti di umiliati senza rappresentanza politica.

È un libro a due dimensioni: storia e socio-culturale che nasce dall’osservazione dei rapporti in politica e nella quotidianità, dove “odio” e “nemico” sono termini e che ripercorrono dinamiche già radicate nella storia.

Il nemico difatti non esiste, o non esiste davvero come tale. Si ha una manipolazione politica dove non si ha un conflitto (in cui si hanno degli avversari) né una competizione con dei concorrenti.
Lo scenario è simile a quello di una guerra, prosegue Paolo Cerri, dove predomina la rottura sistematica della comunicazione e della relazione.

Nel conflitto c’è almeno un nucleo condiviso, una negoziazione e un compromesso, mentre nel linguaggio della guerra il nemico va, appunto, costruito. Viene quindi creata una caricatura del nemico, in cui alcuni tratti diventano il motivo più saliente per valutare l’insieme.

Come possiamo quindi “difenderci”?
È necessario riprendere un principio di realtà e non lasciarsi manipolare da chi punta il dito contro i migranti come nemici esterni, definendoli opportunisti e invasori.  Paolo Ceri durante l’incontro mostra inoltre una cartina dell’Africa in cui sono segnalati gli spostamenti interni dei migranti, solo il 2% dei migranti fugge in Europa.

È necessario discutere di problemi veri e reali poiché la controinformazione non è più sufficiente. Si devono fornire identità collettive poiché la funzione principale della politica è quella di procurare un “luogo” dove riconoscersi e non quello creare identità compensatorie.

Paolo Ceri conclude affermando:

“La costruzione del nemico è possibile per la mancanza di realtà, una realtà dominata dal populismo e dalla censura. […] Il fenomeno centrale è la dissociazione tra la società e l’economica e chi fa da ponte dovrebbe essere la politica. […] Mancano i soggetti e una democrazia diretta, deliberativa.”

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