Salute

Covid nei bambini, la sindrome infiammatoria da coronavirus

Una nuova sindrome infiammatoria riconducibile al coronavirus colpirebbe i più giovani in Gran Bretagna

A lanciare l’allarme è la rivista medica Health Service Journal, a seguito di diversi ricoveri in terapia intensiva di bambini colpiti da una infiammazione dei vasi sanguigni. Tali sintomi sembrano essere collegati al Covid-19. Inevitabile l’allerta negli ospedali in Gran Bretagna.

Questa situazione ha creato una “crescente preoccupazione“, tra chi teme che “possa esserci un altro patogeno infettivo, non ancora identificato, associato a questi casi”. Al momento scarseggiano le informazioni a riguardo sia a livello di sintomatologia sia di diffusione dell’infiammazione.

I medici di base sono stati messi a conoscenza di questa situazione attraverso una circolare nella quale si specifica che “nelle ultime tre settimane si è in tutta Londra, e anche in altre regioni del Regno Unito, verificato un evidente aumento del numero di bambini e ragazzi, che presentano uno stato infiammatorio multisistemico che richiede cure intensive”. Notizia che un po’ scardina una delle poche certezze alimentate in questo periodo: ossia si pensava che anche i bambini fossero resistenti al coronavirus.

Attualmente in Inghilterra solo 9 ragazzi di età inferiore ai 19 anni sono morti dopo essere risultati positivi al Covid-19, ovvero lo 0.05% del totale degli infettati.

I sintomi

I sintomi manifestati dai bambini comprendono mal di stomaco, infiammazione cardiaca e sintomi gastrointestinali come vomito e diarrea. Tale sintomatologia sospetta ha di conseguenza condotto i medici a comparare la sindrome con quella da shock tossico e con la malattia di Kawasaki. La sindrome da shock tossico si presenta come una risposta infiammatoria multisistemica, determinata da ceppi batterici in grado di produrre alcuni tipi di esotossine, mentre la malattia di Kawasaki è una vasculite, che a volte interessa le arterie coronariche, che tende a presentarsi in neonati e bambini tra 1 anno e 8 anni, e si caratterizza per febbre prolungata, esantema, congiuntivite, infiammazione mucosa e linfoadenopatie. I medici ha riscontrato quindi che dalla combinazione emergono i tratti distintivi del covid-19: gonfiore interno, febbre e problemi respiratori.

La questione si fa più complessa in quanto i bambini ricoverati in terapia intensiva non sono risultati positivi al coronavirus, il che ha complicato ulteriormente la diagnosi. Non si esclude l’ipotesi che questa sindrome possa essere causata da un altro agente patogeno.

Le reazioni

Elizabeth Whittaker, pediatra dell’ospedale St Mary’s, ha scritto su Twitter che i medici di altri Stati avevano riscontrato la stessa patologia. “Lo segnalano anche i nostri colleghi italiani e spagnoli. I numeri per ora sono piccoli, ma significativi”. Dichiarazione dalle ovvie conseguenze: panico, preoccupazione e allarmismo.

Sulla vicenda è intervenuto il diretto clinico di pediatria nazionale Simon Kenny:

Per fortuna le malattie simile alla Kawasaki sono molto rare e attualmente sono gravi solo nei piccoli pazienti affetti da covid-19. È comunque importante che i medici siano informati di eventuali potenziali collegamenti in modo da fornire rapidamente assistenza ai bambini e ai ragazzi e quindi renderli meno vulnerabili al covid-19. Il consiglio ai genitori rimane lo stesso, ed è valido in ogni parte del mondo: ‘se noti qualcosa di insolito in tuo figlio è bene avvertire il pediatra’”.

 

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Veronica Mandalà

Palermitana di nascita, sono laureata in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo all'Università "La Sapienza" di Roma. Appassionata scrutatrice della realtà in tutte le sue sfumature, mi occupo di attualità, politica, sport e altro.
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