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Fumetti Anni ’80: il ritorno

Già gli anni ‘90 avevano iniziato ad anticipare qualche segnale della crisi che, prima a causa dell’euro, poi per la bolla scoppiata nel 2008, ha portato il nostro Paese nelle condizioni in cui lo conosciamo oggi. Forse perché questo decennio è  stato l’ultimo veramente trainante per l’Italia, forse perché abbiamo tanta voglia di riscatto e di tornare a vivere con più libertà, i mitici anni ‘80 sono diventati una specie di faro a cui puntare sia nella moda, sia nella musica (sapete che molte canzoni remixate dai dj in radio e nelle discoteche oggi sono in realtà uscite durante questo decennio?) e nelle arti visive come il cinema e i fumetti (ad esempio Lupo Alberto, sebbene creato negli anni ‘70, è durante gli ‘80 che conosce il suo vero boom e la saga dei supereroi Marvel è in questo periodo che assume i connotati che conosciamo anche oggi).

Siete a conoscenza che la parola cosplay (fusione di costume e play, che possiamo tradurre come gioco o interpretazione in costume) venne coniata dal giapponese Takahashi Nobuyuki proprio nel 1985 per indicare la pratica di interpretare, riproducendone costumi e atteggiamenti, dei personaggi di fumetti, televisione e cinema? In realtà il fenomeno che aveva avuto modo di osservare nelle fiere sci-fi americane è ben più vecchio: nasce nel 1939 grazie a Forrest J. Ackerman, tra le altre cose agente di Asimov, e signora, Myrtle R. Douglas, ai quali per primi venne in mente l’idea di presentarsi alla prima fiera del settore, la World Science Fiction Convention (o Worldcon) di New York, vestiti con costumi tratti dal film “La vita futura”.

Il fumetto anni ‘80 in ambito internazionale

Per come lo intendiamo oggi, il fumetto nasce negli Stati Uniti grazie al personaggio di Yellow Kid, pubblicato a partire dal 1895 come supplemento del New York World. Proprio da oltreoceano arrivano in Europa le principali tendenze: i personaggi Disney (Topolino esordisce per la prima volta sui giornali nel 1930 e da allora non si è mai più fermato) e umoristici (come i Peanuts, pubblicati a partire dal 1950 per terminare definitivamente nel 2000 o i Simpson) o le saghe dei supereroi (che verranno rivoluzionate totalmente nel 1986 con Batman: il Ritorno del Cavaliere Oscuro), di cui la Marvel è la principale fucina di produzione.

Dall’Asia, più precisamente dal Giappone, arrivano verso la fine degli anni ‘70, per esplodere poi durante gli anni ‘80, i primi manga (che tradizionalmente significa “immagini derisorie”, diventato poi, grazie all’attività di Rakuten Kitazawa, termine per indicare i fumetti in generale) che trattano i temi più disparati ponendo un forte accento sui contrasti sentimentali tra i protagonisti. Qualche nome? Lady Oscar, Mazinga, Candy Candy o il famosissimo Dragon Ball (che dal 1985 non smette di tenerci incollati ai manga o alla televisione).

Il fumetto in Italia

Sono anni prolifici e per questo il nostro Paese non rimane a guardare, ma si pone in una posizione di rilievo: tra le tante riviste per fumetti italiane, la Bonelli è il principale motore trainante di quest’industria, con pubblicazioni d’autore sia italiane che estere, provando ad allontanarsi, dunque, dal fumetto popolare. E’ del 1982 il primo numero tutto italiano di Martin Mystère, da cui solo quattro anni dopo, precisamente nel 1986, si svilupperà la rivoluzione di Dylan Dog (tra i fumetti nostrani più venduti di sempre, che verrà pubblicato anche all’estero).

Anche se gli eroi Marvel, con il fallimento dell’Editoriale Corno, scomparvero nei primi anni ‘80, la stampa riprese grazie all’intervento di vari editori verso la seconda metà del decennio almeno fino al 1993, quando la Marvel stessa decise di aprire una filiale in Italia per gestire al meglio il mercato del nostro Paese.

Lo stile del fumetto italiano di quegli anni è caratterizzato, come abbiamo visto, da tavole d’autore, per cui è impossibile non citare le attività del mensile Frigidaire (dal 1980 fino al 2008) della Primo Carnera Editore, grazie al quale videro la luce le stampe di autori come Andrea Pazienza, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore.

Grande attenzione viene data al corpo femminile, come accade nel cinema d’altronde, e in quegli anni assistiamo alle prime pubblicazioni di Milo Manara sul genere erotico, con Il gioco. Da allora il fumettista non si è più fermato e ha arricchito la sua attività non solo con opere complete, ma anche con semplici illustrazioni sulle più svariate testate.

Ci sarebbe ancora molto altro da dire sul fumetto degli anni ‘80, ma questa piccola panoramica vuole essere solo uno spunto per andare a recuperare le vecchie edizioni di genitori e nonni. A voi, invece, spetta solo il compito della lettura. Che ne dite, vi va di provare?

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