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Grasso ad Assemblea MDP: Ci sono per il Paese

Pienone all’Atlantico di Roma per la prima convention della Sinistra Unita sotto l’ombra di Pietro Grasso.  Ad essere presenti nel palazzetto anche Roberto Speranza (Mdp), Nicola Fratoianni (Si) e Giuseppe Civati (Possibile). Grande assente Giuliano Pisapia di Campo Progressista, non interessato al progetto.

“Dare le dimissioni dal gruppo PD è stata una scelta politica e personale, ha fatto tanto rumore”, così esordisce Grasso poco prima delle 13. “I calcoli non fanno per me, anche se un seggio mi era stato assicurato”. 

“Essere presidente del Senato è stato un onore per me, il rappresentare le istituzioni non prevede il silenzio delle proprie idee poltiche”, continua Grasso rimanendo in tema istituzionale-politico. Accennato anche il programma politico: “Guarderemo al mezzogiorno e porteremo i ragazzi a votare; a parole sbagliate corrispondono politiche sbagliate”.

Parole di solidarietà anche per gli eventi di Como: “Complimenti a chi lottava per un mondo più giusto per non essersi scomposti davanti a provocazione di fascisti – continua Grasso – combattiamo l’onda nera, non lasciamoci intimorire”

Elezioni Politiche 2018, Grasso deus ex machina

È stato invocato, rincorso e acclamato a gran voce, ma la risposta fino a poche settimane fa è stato il silenzio. Un silenzio istituzionale, a suo dire, ma comunque enormemente politicizzato. La strategia del Presidente del Senato è stata semplice e lineare: tirarsi fuori durante la burrasca per uscire al momento giusto.

Grasso MDP elezioni politiche

Mentre nuovi soggetti politici cercavano disperatamente di venir fuori, creando polemiche con il fratello maggiore PD, mentre si votava la discussa legge elettorale, mentre si votava il DEF Grasso è rimasto a guardare. Era molto più interessato però, ad accreditarsi come membro della società civile.

Libri, interviste, eventi pubblici, in veste – come da lui definita – “non istituzionale” hanno costituito il background del salto nella politica partitica. Da questo momento, però, toccherà alla seconda carica dello stato esporsi. Gli toccherà entrare anche a gamba tesa nel dibattito politico, per rimediare a mesi di neutralità.

Dovrà rilasciare interviste e affrontare gli avversari Renzi, Di Maio, Salvini, Berlusconi; ci sarà bisogno di uscire dalla strategia difensiva (necessaria per non essere fagocitati dalla sinistra) per passare a quella offensiva.

C’è bisogno di convincere l’elettorato e tirare fuori la “cosa” a sinistra del PD dal pantano del 3%. Già dalla settimana prossima sarà evidente se i proclami si tradurranno in consneso: sondaggi, interviste, affronti.

 

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Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia e Culture Globali presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.
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