Cinema

La forma dell’acqua: Recensione e Trailer (Video)

“Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perchè tu sei ovunque”. La forma dell’acqua è quella del proprio contenitore, l’acqua permea ogni meandro del suo ospite. Così questo film è penetrato a fondo nella coscienza degli spettatori. Acclamata dalla critica, la pellicola ha vinto il Leone d’oro al miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Era altresì d’obbligo la candidatura a numerosi Oscar e Golden Globes.

Trama

Corrono i tempi della Guerra Fredda, ci troviamo in un’America desiderosa di progresso e prevalenza relazionati alla sua arcinemica, la Russia. Razzismo ed omofobia sono ancora ben radicati e decantati nella società, non ci sono veli. Elisa, una ragazza affetta da mutismo sin dalla nascita, presta servizio di pulizia notturno presso una base militare e scientifica. Le sue giornate sono cicli identici interrotti solo dalle visite al suo vicino nonchè miglior amico, un anziano pittore sull’orlo del fallimento. La routine della ragazza viene scossa dall’arrivo di una misteriosa creatura marina antropomorfa, prelevata in Amazzonia dal colonnello Strickman, uomo che incarna gli ideali americani del sessanta unicamente nei suoi aspetti negativi. Il “mostro” marino è venerato in territorio amazzonico come una divinità, ma questo non è bastato a fermare la curiosità scientifica americana. Elisa e la creatura sembrano avere fin dalla prima occhiata una particolare intesa.

Recensione

Il nuovo film di Guillermo Del Toro sembra essere infarcito di metafore, e l’elemento dell’acqua sembra essere strumento e veicolo perfetto per lo scopo, data la sua multiformità. L’opera del regista messicano colpisce lo spettatore con la velata complessità dei suoi personaggi, con le immagini ed i colori che dipingono una dimensione scissa ed allo stesso tempo saldamente allacciata a quella del reale, con le musiche che cantano tempi andati ma tremendamente attuali. E sopratutto con il silenzio: si perchè è il silenzio il vero protagonista del film, quello che la protagonista non sembra sentire come un limite, ma come una dote profetica, al pari della presunta cecità di Omero. Il silenzio che la porta all’ascolto profondo dei suoi particolari interlocutori. Un silenzio che assorda la sua vita, che riempie i suoi giorni. Quel silenzio che, forse, è l’aspetto che più la lega alla creatura marina: perchè si sa, sott’acqua le parole sono distorte, le parole sono solo suoni mescolati e confusi, come i lamenti di un muto, le parole sono superflue.

 

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