Cronaca

Chi è Manuel Foffo, l’assassino di Luca Varani

Manuel Foffo è stato condannato a 30 anni di reclusione con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà

L’omicidio di Luca Varani rappresenta una delle pagine più nere della recente cronaca italiana per l’efferatezza e la brutalità mostrate. Autore del brutale delitto è Manuel Foffo che nella notte tra il 4 e il 5 marzo del 2016 ha torturato e massacrato la sua vittima durante un festino a base di alcol e cocaina tenuto nella sua abitazione a Roma. Al massacro partecipò anche Marco Prato, pr dei vip.

Arrestato qualche giorno dopo, Foffo ha confessato ed è stato condannato a 30 anni di reclusione sia in primo che in secondo grado con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Stessa pena per Marco Prato, tuttavia mai scontata poiché si è suicidato in cella prima dell’inizio del processo d’appello.

Chi è Manuel Foffo

Manuel Foffo oggi ha 32 anni ma all’epoca dei fatti era uno studente universitario di giurisprudenza di 28 anni con una forte dipendenza da alcol e cocaina, mezzi che lo hanno condotto a Marco Prato. Dalle indagini è emerso poi che i due si sono incontrati il 2 marzo 2016 con l’intento di assumere un ingente quantitativo di droga e hanno acquistato 1.500 euro di cocaina dallo spacciatore di Prato.

L’omicidio

Varani viene contattato da Marco Prato il 3 marzo per un rapporto sessuale. Giunto nell’appartamento di Foffo, i tre stavano consumando droga e alcol quando la vittima è stata convinta ad assumere l’Alcover, un potente medicinale per bloccare l’astinenza da alcol. La somministrazione del farmaco si è rivelata letale per il ragazzo, alle prese con fortissimi dolori. In quel momento i due lo hanno assalito dapprima ferendolo con diverse coltellate per poi finirlo con una martellata in testa. Alla fine si conteranno 30 coltellate inferte per circa due ore.

La condanna

Dopo tre anni di processi, Manuel Foffo è stato condannato dalla Corte di Cassazione a 30 anni per omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà. “Davanti a condotte criminali come questa oggetto del processo è difficile credere che possano essere commesse da un umano. Il polimorfismo da cui è affetto Foffo, né l’intossicazione cronica da alcol, giustificano quanto accaduto”, ha affermato il giudice della Cassazione nel giustificare la condanna. E ha aggiunto: “Varani era stato reso inerme ma non era incosciente, era capace di percepire le sofferenze che gli sono state imposte, in un’agonia di oltre due ore”.

La vittima, spiega il giudice, è stata sottoposta ad atroci agonie che hanno preceduto la morte. L’accaduto, conclude, è una condotta criminale che raggiunge “l’abisso umano”.

 

 

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Veronica Mandalà

Palermitana di nascita, sono laureata in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo all'Università "La Sapienza" di Roma. Appassionata scrutatrice della realtà in tutte le sue sfumature, mi occupo di attualità, politica, sport e altro.
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