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Migranti della Diciotti: Baobab li trasporta a Ventimiglia

Sono una cinquantina le persone che viaggiavano nel pullman noleggiato dall’associazione umanitaria Baobab, arrivato ieri in tarda serata al centro di accoglienza di Roja. E’ sicuro che fra loro ci siano migranti della Diciotti. Lo conferma Insa Moussa Ba Sané, una delle responsabili del centro, ma un po’ meno certo è il numero esatto. Al momento ne risultano 34.

“Sono in corso i colloqui con i responsabili del centro per conoscere le nazionalità dei cinquanta migranti arrivati – afferma la responsabile, ed aggiunge – una quindicina di giorni fa erano arrivati altri quattordici migranti della Diciotti“.  Non tutti i migranti sono dunque sbarcati in Italia con la Diciotti, ma stando alle struggenti parole del responsabile dell’associazione Baobab, Andrea Costa, hanno una cosa in comune. Sono tutte “persone fragili, provate dal viaggio e dalle torture in Libia che abbiamo scelto di proteggere dalla pressione dei media, dalle manifestazioni xenofobe e dal rischio della violenza dei neofascisti”.

Secondo le prime ricostruzioni, i migranti della Diciotti sarebbero stati avvistati nei pressi della stazione ferroviaria Tiburtina, a Roma. Là li attendevano operatori dell’associazione umanitaria che, senza avvertire le istituzioni né seguire le normali procedure, li avrebbero caricati in un pullman per trasferirli velocemente al confine con la Francia. Il viaggio di un giorno intero e poi l’arrivo a Ventimiglia. Probabimente l’obbiettivo era cercare di farli sconfinare clandestinamente in modo da far definitivamente perdere le loro tracce.

“Avevano bisogno di un altro sostegno – sostiene Costa – e allora ci siamo organizzati per portarli qui perché ci battiamo per la libertà di movimento di tutte e tutti, non solo nel territorio italiano.    Cosa hanno intenzione di fare non lo sappiamo. Crediamo che vogliano continuare il loro viaggio verso la Francia, la Germania, l’Olanda.”

Il responsabile poi aggiunge: “Quel che è certo è che hanno diritto di muoversi liberamente nel territorio italiano. Neanche i migranti vogliono stare qua, siamo un paese di transito. Vogliamo anche sottolineare che proprio oggi l’Onu ha annunciato l’invio di ispettori in Italia perché è un paese a rischio per l’incolumità dei migranti e dei rifugiati. Noi invece facciamo parte della grande rete di protezione attorno a queste donne e questi uomini ed è inutile provare a fare nuove polemiche politiche su questo viaggio, crediamo di essere nel giusto e continueremo ad aiutarli nel loro viaggio senza preoccuparci di dove desiderino arrivare”.

Assumendo anche che i migranti abbiano avuto bisogno di protezione, se avevano effettivamente diritto di muoversi liberamente sul suolo italiano come affermato, viene da chiedersi perché ci sia stato bisogno di trasprotarli in gran segreto al confine con la Francia, alle spalle delle istituzioni e dei cittadini di entrambi i Paesi.

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