Tecnologia

Ottimizzazione per la ricerca vocale: come cambia la SEO

Può essere la nostra voce a fare esplicitamente domande a Google o a Siri, soprattutto in momenti in cui scrivere ci risulta problematico – perché stiamo facendo altro – e riteniamo che una domanda diretta sia più immediata.

Nel 2018 la maggior parte delle ricerche online viene effettuata attraverso dispositivi mobili ed è diventato molto comune utilizzare a tale scopo la propria voce anziché digitare con le dita richieste su un piccolo schermo.

Utile e immediata per chi la usa, la ricerca vocale è ormai integrata in molti dispositivi come smartphone, automobili e home assistant e ha quattro player principali:

  • Amazon, con Alexa Voice Search
  • Apple, con Siri
  • Google, con Google Voice Search
  • Windows con Cortana

La risposta che un utente si aspetta deve essere rapida e, possibilmente, deve offrire delle indicazioni pratiche e dettagliate.

google

Consulenza SEO: come lavora la SEO sulla ricerca vocale?

Al contrario di una ricerca testuale, basata su richieste brevi e dirette e sulla presenza dominante di parole chiave, la ricerca vocale avviene con toni molto più naturali e convenzionali. Le query sono quindi più lunghe e corrispondono spesso a domande che l’utente potrebbe porre a un essere umano. Spesso si incentrano sul local, basandosi sulla geo-localizzazione, al fine di individuare il negozio, il ristorante o il luogo più vicino che possa rispondere all’esigenza data.

La SEO deve quindi attivarsi per ottimizzare i siti sulla base di questo crescente nuovo modo di fare ricerca, fondato su vere e proprie domande articolate.

Chi si occupa di consulenza SEO deve, in primo luogo, partire dai potenziali quesiti che un utente potrebbe porsi a proposito del servizio offerto dal sito web in questione. Da qui, prosegue creando contenuti che possano rispondere direttamente alle relative domande – chi, come, cosa, quando dove, perché – risolvendo i problemi di chi le pone.

Ciò che conta è scrivere contenuti che rispecchino i bisogni delle persone, senza soffermarsi in questo ambito sulle keywords, ma strutturandoli in modo tale che le macchine siano in grado di interpretarli e di offrirli a chi pone le domande. Il markup semantico offre informazioni dirette e inequivocabili che gli agenti intelligenti leggono come dati da usare per rispondere a quesiti specifici. Lo scopo è ridurre al minimo le ambiguità, proponendo contenuti chiari e dettagliati.

Le pagine del sito devono essere, inoltre, veloci e conformi al mobile. La ricerca vocale viene infatti effettuata prevalentemente su dispositivi mobili.

Un’importante opportunità per comparire nella SERP quando la ricerca effettuata è di tipo vocale è anche la presenza su Google My Business. Questo permette a Google di ottenere maggiori informazioni e dettagli sul sito e sull’attività da offrire poi a chi fa ricerca.

Con la ricerca vocale, quindi, il mondo della SEO deve essere pensato in modo diverso e il lavoro del consulente SEO si accresce e si rimodella sulla base della nuova forma in cui gli utenti effettuano le proprie personalissime richieste.

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Gianluca Capiraso

36 anni, avellinese, iscritto all'Albo Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti dall'ormai lontano 2000. Appassionato di sport, tecnologia e web, è attualmente Search Marketing Specialist presso una Digital Agency con sede Milano.
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