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Padre Nostro, Papa Francesco lo corregge: “La traduzione è sbagliata”

Già da qualche settimana, va in onda su TV2000, uno speciale dedicato al “Padre Nostro”, ideato e condotto da Don Marco Pozza il quale durante le puntate si concede una chiacchierata con Papa Francesco. Quella del Padre Nostro è sicuramente la preghiera più importante per il cristiano poiché ci si rivolge direttamente a Dio chiamandolo “Padre” e in quanto tale non può indurre un figlio in “tentazione”. A tal proposito Papa Francesco ne parla con il sacerdote, facendo anche una correzione.

Nei secoli dei secoli

Il Padre Nostro è anche la preghiera identificativa di ogni cristiano, basta andare a leggere i Vangeli per capire immediatamente come questa venne insegnata direttamente da Gesù ai suoi discepoli. Come ben sappiamo però, nel corso dei secoli, i testi possono aver subito delle traduzioni talvolta sbagliate non per cattiveria o per chissà quale messaggio subliminale ma anche a causa di una svista o per la poca conoscenza della lingua.

Da secoli infatti la preghiera del “Padre Nostro” è soggetta a varie controversie e diatribe, ma adesso a segnalare di dover effettuare una “correzione” è proprio Papa Francesco.

Un fedele che prega il Padre Nostro.

Non ci indurre in tentazione

Può un “Padre” condurre un figlio sulla cattiva strada ? Chiaramente no! Quello che “non va” nel Padre Nostro infatti è solo una frase, la quale ha da sempre creato scompiglio all’interno dell’ambiente religioso: “Non ci indurre in tentazione”. Ciò che vuol far comprendere il Pontefice è il fatto che: “Non è mai Dio a tentarci, quell’indurci è una traduzione non buona, nell’ultima versione Cei si legge: “non abbandonarci”. Il senso è: “Quando Satana ci induce in tentazione, tu, per favore, dammi la mano, dammi la tua mano”.

Chi è Dio dunque ? È quel Padre che anche se “sta nei cieli”: “dà sicurezza,  un papà davanti al quale ci si sento sempre come un bambino. Un padre che ti accompagna e  ti aspetta. Dopo l’appello del pontefice, si spera in una reale correzione in modo tale da chiudere una disputa che ormai va avanti da secoli.

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