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Palazzo Stupinigi, riapre dopo 13 anni l’appartamento del Re

Un’emozionante giornata ha visto ieri la riapertura al pubblico, dopo ben tredici anni di intenso e dovizioso restauro dell’Appartamento del Re, sito all’interno della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

L’impegno profuso dai restauratori

Sono occorse diecimila ore di restauro, il tutto completamente finanziato per altro dalla Fondazione CRT; realizzato in collaborazione con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, l’iniziativa lungimirante ha permesso il ripristino degli apparati decorativi fissi. Via dunque al ripristino dell’antica bellezza presente nei dipinti murali delle volte e delle pareti; senza tralasciare la tappezzeria novecentesca, le carte da parati, i camini, i serramenti, le pregiate boiserie e persino la pavimentazione in seminato alla veneziana. Particolari pellicole anti-UV sono state installate in tutte le aperture al fine di preservare lo stato di restauro degli ambienti.

Alcuni dettagli storici sulla Palazzina di Caccia di Stupinigi

L’elegante palazzina di Caccia fu a suo tempo una residenza adibita alle attività venatorie dei Savoia, eretta fra l’altro proprio a tal scopo. Realizzata su progetto di Filippo Juvarra, vide la posa della prima pietra nel maggio del 1729 e il suo completamento  nel 1733. Il sito è parte  del circuito delle Residenze sabaude in Piemonte e dal 1997 è patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La palazzina è situata nella località di Stupinigi (all’interno della frazione di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino, da cui dista circa 10 chilometri.

La pianta della palazzina è definita dalla figura dei quattro bracci a croce di Sant’Andrea; i bracci sono intercalati dall’asse centrale che coincide col percorso che da Torino porta alla reggia tramite un bellissimo viale alberato. Lo stesso fiancheggia con il suo verde lussureggiante in primavera cascine e scuderie, un tempo antiche dipendenze del palazzo.

Il nucleo centrale è costituito da un grande salone centrale di pianta ovale da cui partono quattro bracci più bassi a formare una croce di Sant’Andrea. Nei bracci sono situati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti. Il cuore della costruzione è il grande salone ovale a doppia altezza dotato di balconate ad andamento “concavo-convesso”, sormontato dalla statua del “Cervo“, opera di Francesco Ladatte.

Vengono chiamati a corte, nella “Real Fabrica” moltissimi artisti al fine di decorare i nuovi ambienti. L’interno è in Rococò italiano, costituito da materiali preziosi fra cui troviamo lacche, porcellane, stucchi dorati, specchi e radiche. Elementi tutti che ad oggi si estendono su una superficie di circa 31.000 metri quadrati; 14.000 sono occupati dai fabbricati adiacenti, 150.000 dal parco e 3.800 dalle aiuole esterne. Il totale del complesso vede dunque presenti 137 camere e 17 gallerie.

La costruzione si protende anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottagonale, su cui si affacciano gli edifici di servizio. Tra i pregiati mobili eseguiti per la palazzina vanno ricordati soprattutto quelli dell’intagliatore Giuseppe Maria Bonzanigo, di Pietro Piffetti e di Luigi Prinotto.

Le dichiarazioni del soprintendente torinese

Luisa Papotti, Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città di Torino ha così spiegato i dettagli di questo splendido intervento conservativo “Con il restauro dell’Appartamento del Re si aggiunge un nuovo, essenziale tassello al lungo percorso di recupero e valorizzazione della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Ci viene restituito nella sua interezza il fastoso corpo centrale, ideato da Juvarra per essere un ‘luogo magnifico’, una cornice di respiro teatrale adatta ad accogliere sia le feste ed i balli della corte, sia la vita segreta dei sovrani, in un’ariosa sequenza di sale e gabinetti via via più nascosti.”

Ha aggiunto che “Lo splendore delle sale restituite testimonia oggi non soltanto delle invenzioni juvarriane, ma anche dell’impegno che la Fondazione CRT ha posto da molti anni nell’azione di salvaguardia della Palazzina.  Un impegno fattivo e continuo che si è rivelato fondamentale per la sua rinascita e oggi si conferma determinante per riportarla ad essere centrale nel circuito delle residenze sabaude”.

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