Arte e Cultura

Chi era Traudl Junge? La segretaria privata di Adolf Hitler

Traudi Junge era la segretaria privata di Adolf Hitler. Ecco la sua storia e tutto quello che c'è da sapere su questa figura.

Per tre anni dal 1942 al 1945 Traudl Junge è stata la segretaria privata di Adolf Hitler una delle peggiori menti criminali di tutta la storia umana. Aveva 25 anni quando si presentò nella Cancelleria del Reich in cerca di un posto di lavoro come segretaria. Bastarono pochi minuti, poche righe dettate dal dittatore nazista da battere a macchina, perché quel posto diventasse il suo. Nata nel 1920, Gertraud Humps (questo era il nome da nubile), era figlia di un produttore di birra di Monaco di Baviera.

Dopo aver perso il suo lavoro, il padre aveva aderito a un’organizzazione politica di destra di cui faceva parte anche Adolf Hitler. Pur sognando un futuro da ballerina, a causa delle condizioni economiche della famiglia nel 1936, Traudl fu costretta a iscriversi in una scuola per segretarie. E così nel 1942 decise di raggiungere la sorella a Berlino.

In qualità di sua segretaria personale la giovane seguiva Hitler nei suoi spostamenti ed anche nella sua residenza montana di Berghof, restando sempre a stretto contatto anche con le altre tre segretarie Johanna Wolf, Christa Schröder e Gerda Christian. Nel 1943 sposò l’ufficiale Hans Hermann Junge, che lavorava per il dittatore e da cui prese il cognome. Tuttavia, l’uomo morì un anno dopo in guerra. All’inizio del 1945 Traudl Junge seguì Hitler nel suo bunker sotto la Cancelleria del Reich e vi rimase fino alla morte del dittatore. La sera del 28 aprile 1945, dopo aver assistito al matrimonio tra Hitler ed Eva Braun, fu lei a raccogliere e battere a macchina il testamento del comandante nazista.

La fuga e il diario in cui racconta gli anni accanto ad Hitler

Traudl riuscì a fuggire dal bunker ma venne poi catturata dagli alleati ed in seguito liberata. Continuò a lavorare come semplice impiegata, tra il 1946 e il 1947 scrisse le sue memorie e cercò di farle pubblicare, senza ottenere alcuna risposta positiva dagli editori. Non si sposò e non ebbe figli, portando avanti una vita nell’anonimato, tra una forte depressione e un’esperienza come volontaria per le persone non vedenti. Questi scritti, sotto forma di diario, vennero pubblicati solo in seguito.

La donna raccontò come Hitler odiasse il contatto fisico, perché “non gli piaceva essere toccato, nemmeno dal massaggiatore, ed era fissato con l’igiene. Si lavava le mani ogni volta che accarezzava il suo cane”. Nonostante i continui discorsi populisti, secondo la sua ex segretaria “non considerava mai i singoli individui e, anche se affermava di volere la felicità delle persone, non dava mai a essa la minima importanza”. Qualche giorno prima della sua morte disse di non essersi mai accorta di quello che accadesse in quel periodo, dello sterminio di milioni di ebrei. A tal proposito affermò: “Trovo difficile perdonarmi per quanto è accaduto nel profondo del cuore, nutrivo dei dubbi. Credo che ora comincerò a perdonarmi”. E’ morta per tumore nel 2002.

 

 

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