Arte e Cultura

Perché è importante sostenere la Chiesa cattolica con le donazioni

La Chiesa cattolica opera quotidianamente in molteplici ambiti a servizio dei più deboli, configurandosi spesso e volentieri come un punto di riferimento di importanza fondamentale.

Tuttavia, sono sempre di più le volte in cui si ignora il lavoro immane che c’è dietro una diocesi: gestione, amministrazione, burocrazia e spese sono solo alcune delle tante declinazioni a cui una Chiesa deve far fronte.

Sottrarsi anche a solo uno di questi paradigmi imprescindibili significherebbe gettare la diocesi in un caos difficile da gestire, e che pregiudicherebbe quindi tutta quella che è la vita spirituale raccolta intorno ad essa.

Va da sé, dunque, che gestire una diocesi è sicuramente un lavoro difficile da portare avanti, e che necessita di una serie di accorgimenti necessari per poter garantire ai propri fedeli un’assistenza continuativa nel tempo.

Ma concretamente come si può sostenere la Chiesa cattolica nelle sue azioni ed opere quotidiane? I metodi per farlo, sono molteplici, ed ognuno di essi è semplice, veloce e sicuro.

Perché aiutare la Chiesa Cattolica?

Contrariamente a quanto si possa pensare, i sacerdoti non ricevono aiuti economici particolarmente sostanziosi: basti pensare, infatti, che dal lontano 1984 è cessata la statalizzazione degli stipendi dei parroci, interrompendo così un afflusso di denaro modesto ma sicuro nelle casse delle diocesi.

Molti ritengono che l’8xmille sia una fonte di guadagno remunerativa e sicura, ma non è così. Sebbene, infatti, tale metodologia venga ampiamente utilizzata, è doveroso notare come gli introiti dell’8xmille costituiscano solo il 3% delle entrate totali.

Come fa un sacerdote a vivere e a portare avanti la gestione della sua Chiesa?

La risposta non è così scontata: molti preti, infatti, riescono a far quadrare i conti grazie anche alle entrate derivanti dalle opere di bene proprie, come ad esempio l’insegnamento nelle scuole, proprietà personali, sostegno negli ospedali e via discorrendo.

Dove vanno a finire le offerte fatte dai parrocchiani?

L’ente che si occupa di gestire la corretta suddivisione dei beni è l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, che attraverso apposite valutazioni ed una serie di parametri, pone in essere una distribuzione equa ai trentacinque mila sacerdoti che operano quotidianamente nelle diocesi italiane.

Attraverso questo metodo, dunque, tutti i sacerdoti hanno la possibilità concreta di poter provvedere alla gestione della propria comunità spirituale, facendo così in modo che l’operato attuato quotidianamente dai preti non venga vanificato a causa delle condizioni economiche.

Da sempre, infatti, i sacerdoti cercano di tenere viva la comunità con eventi di ogni genere, sia a carattere religioso che a carattere sociale.

Basti pensare ai tanti giovani che quotidianamente invece di intraprendere strade pericolose dove la perdizione regna sovrana, si ritrovano all’oratorio dove possono trascorrere delle ore liete all’insegna di valori alti come amicizia, rispetto e solidarietà.

Le Parrocchie non possono gestirsi in maniera autonoma?

Sebbene ogni diocesi assurga alla dignità di ”ente locale”, è anche vero che vi sono una serie di spese di gestione cui non è possibile far fronte da soli.

Per cercare di capire al meglio quali sono le cifre a disposizione dei sacerdoti per poter provvedere alla vita spirituale della comunità religiosa che guida, potrebbe rivelarsi utile cominciare ad elencare alcune cifre.

Un sacerdote appena ordinato e al suo primo incarico guadagna circa 870€ al mese; un vescovo ai limiti della pensione, invece, può beneficiare di un introito pari a 1.354€ al mese.

Poste in essere siffatte premesse, dunque, è pacifico affermare che con cifre del genere diventi praticamente difficile poter provvedere a tutte le spese di gestione che quotidianamente si presentano.

Da qui, dunque, nasce l’esigenza di dover creare un filo diretto tra fedeli e sacerdoti, al fine di poter dare vita ad una comunità viva ed attenta alle tante dinamiche che quotidianamente si presentano.

A voler creare una forte coniugazione tra Chiesa e Fedeli fu un desiderio sancito e delineato durante il Concilio Vaticano II, attraverso il quale si stabilì che doveva venirsi a creare un senso di appartenenza forte tra le varie comunità religiose, così da accrescere in maniera forte e sicura l’interazione tra parroci e fedeli.

Offerte per la Chiesa cattolica: quando utile e dilettevole si incontrano

Aiutare le diocesi italiane con le proprie donazioni non solo contribuisce significativamente a dare la sensazione di star facendo qualcosa di buono e di giusto che potrebbe servire per dare un forte sostegno ai sacerdoti in difficoltà, ma in più non incide in nessun modo sulle finanze di una persona o di un nucleo familiare.

Difatti, nella dichiarazione dei redditi fino a 1.032,91€ all’anno, ogni importo versato per sostenere il Clero può essere tranquillamente detratto dalle tasse, andando così ad incentivare le opere di bene da parte dei fedeli.

E’ possibile far pervenire le proprie donazioni tramite conto corrente postale, bonifico bancario oppure con carta di credito. Tutte le informazioni utili possono essere reperite sul sito https://www.insiemeaisacerdoti.it/.

In definitiva, quindi, per fare in modo che i tanti sacerdoti che quotidianamente si battono per continuare a fare in modo che la diocesi si configuri quale punto di riferimento fondamentale, è assolutamente necessario che vi sia un’attiva collaborazione da parte dei fedeli.

Solo in questo modo, mettendo così in pratica il messaggio di amore e di solidarietà di Cristo, è possibile parlare in maniera concreta di comunità religiosa.

Basti pensare che, grazie alle tante offerte dei fedeli, i sacerdoti riescono ad organizzare pellegrinaggi, raduni, iniziative sociali per i giovani e per le persone che più vivono in condizioni di difficoltà in una società che, spesso e volentieri, tende a dimenticare i più bisognosi, mettendo in secondo piano le loro tante ed innumerevoli esigenze.

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