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Real Madrid – Juventus: ai bianconeri non riesce l’impresa

La storia lo insegna e lo ricorda anche stasera al Bernabeu con un match amareggiante: la sfortuna in Europa è la quarta delle stelle affisse sulla maglia bianconera. Se ieri Di Francesco ricordava quanto fossero importanti spirito di squadra e mentalità vincente, oggi Allegri dimostra come essi possano non bastare per compiere l’incantesimo giusto.

Una Juve che corre e segna, difende e frena Ronaldo, senza gettare la spugna, senza perdere quel briciolo di speranza che delle volte significa vittoria. Trova la rete dopo solo un minuto e venti secondi, ma il mister grida di “stare calmi” e la squadra, con calma, arriva al terzo gol. Voluto, cercato, guadagnato ed ottenuto, regala attimi di adrenalina ai tifosi e colora il cielo spagnolo. Eppure non basta: allo scadere del recupero dei tempi regolamentari Benatia interviene in area e l’arbitro fischia un rigore da moviola. Le contestazioni non vengono risparmiate. Buffon abbandona il campo con un cartellino rosso di troppo e dal dischetto prende la rincorsa Cristiano Ronaldo, che segna inevitabilmente alla porta sorvegliata da Szczesny. Niente più, niente meno, se non un gol doloroso e determinante allo scadere dei tre minuti, quando il destino di Real e Juventus sembrava essere quello dei tempi supplementari. Così si concludono i quarti di finale italiani, con una notte di “coppe e di campioni” ed una di rabbia, delusione, ma tanto orgoglio. Perché la Juventus di Max Allegri dell’umiliazione all’Allianz, delle finali sfortunate e della Champions rincorsa, ha tirato su le maniche e si è affermata nel campo più ostile d’Europa, ricordando che a volte “Real Madrid” può essere solo un nome.

Un gioco, una tattica ed una personalità disonorate dall’equivoco, dal bisogno impellente di fischiare senza consultazioni. Il capitano lo avverte, ma non ci piange e con schietto rammarico dichiara: “Non puoi avere il cinismo per distruggere ed infrangere il sogno di una squadra che sul campo ha messo tutto. E tu ti ergi a protagonista per un tuo vezzo, o per il fatto che non hai avuto personalità. E se non hai la personalità per arbitrare in un questo palcoscenico, stai in tribuna con tua moglie a mangiare patatine”. Con incredulità, ma senza rimpianti la Juventus abbandona il verde del tragitto verso la Coppa dei Campioni, elogiata dal tifo d’Italia per aver scritto con la Roma una pagina di storia incredibile.

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