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Tam Tam Basket escluso dal Campionato Under 16 Eccellenza: il TAR respinge il ricorso

I ragazzi under 16 di Castel Volturno non potranno fare canestro nel Campionato Under 16 Eccellenza. Respinto il ricorso al TAR del Lazio.

La brutta notizia, che da un pò di giorni era nell’aria è arrivata: il Tar del Lazio ha confermato l’esclusione della “Tam Tam basket” dal Campionato Under 16 Eccellenza, dando ragione alla Federbasket, che non aveva ammesso la formazione, composta da figli di immigrati africani e non cittadini italiani,nel torneo.

La società guidata da Max Antonelli aveva fatto ricorso e a fine ottobre il Tar, con decreto monocratico, aveva sospeso in via cautelare la decisione della Federazione, accendendo un lumicino di speranza; fiammella subito spenta nell’udienza camerale, in cui giudici amministrativi hanno confermato la legittimità della scelta della Federbasket.

I giudici amministrativi hanno ritenuto «non sussistere i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare presentata dalla ricorrente società e volta sostanzialmente ad ottenere l’ammissione al Campionato Under 16 maschile Eccellenza per l’anno 2019/2020» in considerazione «sia dei profili di rito in ordine all’ammissibilità del gravame per mancato esperimento della cosiddetta pregiudiziale sportiva, per la mancata presentazione della domanda d’iscrizione al Campionato di Eccellenza nonché per la successiva mancata impugnazione della comunicazione ufficiale del 14 agosto 2019, con cui è stata resa nota la composizione del medesimo campionato; sia dei profili di merito, non risultando allo stato preclusa alla società ricorrente la partecipazione, e con essa la pratica sportiva di tutti i minori stranieri non aventi la cittadinanza italiana, al diverso Campionato Under 16 Gold in cui la società risulta essere regolarmente iscritta».

La storia dei ragazzi della Tam Tam Basket era venuta alla ribalta già due anni fa allorquando la  formazione under 14 si era vista negare l’iscrizione ai campionati federali. Per far giocare i ragazzini di Castel Volturno, intervenne addirittura il governo Gentiloni con un emendamento ad hoc inserito nella legge di bilancio, ribattezzato «norma salva Tam Tam», che consentì il tesseramento annuale anche a giovani extracomunitari non in regola con i permessi di soggiorno, a condizione che di essere iscritti da almeno un anno ad un qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano. Intanto la squadra ha continuato a giocare e vincere, aggiudicandosi il campionato Under 15 regionale, e sperava di poter accedere a quello Under 16.

Nato da un’idea di Massimo Antonelli (campione d’Italia negli anni Settanta con la Vitus Bologna ), Tam Tam raccoglie una cinquantina di ragazzi di quello che è considerato uno dei centri più affollati e problematici dell’immigrazione africana in Europa ed è un formidabile motore d’integrazione di chi spesso vive in condizioni economiche e familiari difficili in un territorio di enorme degrado. Questi ragazzi, da soli per buona parte della giornata, spesso sono vittime dell’abbandono scolastico e di reclutamento della malavita organizzata, che fa intravedere loro una condizione di lavoro diversa da quella dei campi (in cui sono costretti a lavorare i loro genitori per oltre 10 ore al giorno con una paga da fame e ridotti spesso in schiavitù), prospettando facili guadagni attraverso la manovalanza dello spaccio di droga.

Su un campo di pallacanestro all’ aperto asfaltato, ogni giorno si riuniscono decine di ragazzi africani che cercano di centrare il canestro. A volte ai cestisti africani mancano le scarpe da ginnastica e anche i soldi per poter pagare l’iscrizione al campionato. Coach Antonelli che è uno testardo, non solo ha costituito un valido punto di aggregazione per i figli degli immigrati, ma ha deciso anche di iscrivere la squadra ai campionati di basket promossi dalla Federazione italiana pallacanestro (Fip), raccogliendo fondi e contributi volontari.

Purtroppo la doccia fredda è arrivata. L’ ottusa burocrazia ha prevalso. Un tribunale composto da uomini ha stabilito che tutti i giocatori, essendo figli di immigrati africani, sono considerati stranieri, pur essendo nati tutti in Italia e frequentando la scuola italiana: non hanno compiuto i 18 anni, perciò non hanno diritto alla cittadinanza italiana. Quindi si chiude la porta in faccia agli ultimi, proprio quelli che hanno bisogno di integrazione, proprio in un campo, come lo sport, che è da sempre un veicolo privilegiato per abbattere barriere e pregiudizi.

 

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