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Vuelta, Chris Froome positivo all’antidoping

Ritorna lo spettro del doping nel ciclismo. A farne le spese è il campione britannico Chris Froome, risultato positivo durante un controllo ad un test antidoping nell’ultima edizione della Vuelta in Spagna.

Vincitore della Vuelta 2017, in caso di squalifica si prospetta per Froome la possibilità di vedersi revocato il titolo conseguito. La notizia è trapelata solo ora, in quanto, sia i legali sia la squadra di Froome, il Team Sky, avevano contestato i risultati, ritardandone l’annuncio.

Test antidoping: il salbutamolo contro l’asma

Secondo quanto rivelano la testata inglese The Guardian e quella francese Le Monde, attraverso un’indagine svolta congiuntamente da entrambe, il ciclista britannico campione del mondo Chris Froome è risultato positivo ad un test antidoping.

Avvenuto il 7 settembre 2017, durante l’ultima edizione della Vuelta spagnola, nel campione d’urina prelevato al ciclista britannico sono stati quantità superiori al massimo consentito di salbutamolo, un farmaco per l’asma di cui lo stesso ciclista soffre. Nel campione d’urina è stato rinvenuto un quantitativo doppio rispetto al minino consentito dall’Agenzia antidoping mondiale: 1.000 nanogrammi per millilitro.

La risposta di Froome non si è fatta attendere, lo stesso ciclista trentaduenne ha dichiarato: “E’ noto che ho l’asma e so esattamente quali sono le regole. Uso un inalatore per gestire i miei sintomi (sempre entro i limiti consentiti) e so che vengo testato ogni giorno quando indosso la maglia del leader di una corsa. La mia asma è peggiorata alla Vuelta, quindi ho seguito il consiglio del medico di squadra di aumentare il dosaggio di Salbutamol. Come sempre, ho fatto massima attenzione a non usare più dei limiti consentiti. Considero con grande serietà la mia leadership in uno sport. L’UCI (Unione Ciclistica internazionale) ha assolutamente ragione di esaminare i risultati dei test e, insieme al team, fornirò qualsiasi informazione richiesta”. D’altra parte, se non verranno consegnate delle spiegazioni più soddisfacenti, lo scenario che si prospetta per Froome non è di quelli migliori, oltre alla revoca del titolo, potrebbe saltare le prossime edizioni del Giro d’Italia e del Tour de France. Basandosi su un precedente, come quello d’Alessandro Petacchi nel 2007, il ciclista italiano venne, infatti, fermato per 12 mesi per un’eccessiva quantità di salbutamolo travata nel sangue, vedendosi privato, anche, delle cinque vittorie di tappa ottenute al Giro d’Italia.

La tappa incriminata

Come comunicato dall’Uci, la positività di Froome, al test antidoping, è stata riscontrata al termine della 18esima tappa della Vuelta, il 7 settembre 2017. In quell’occasione, a tagliare il traguardo per primo, a Santo Toribio de Liebana, fu il ciclista belga Sander Armee. Froome chiuse, invece, la tappa al 23esimo posto, recuperando, però, diversi secondi su Vincenzo Nibali che il giorno nella tappa precedente aveva posto una distanza di 42 secondi tra lui e il ciclista britannico.

Ora Nibali, che alla Vuelta si è classificato al secondo posto in classifica generale, potrebbe vedersi assegnato il titolo in caso di squalifica di Froome.

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