Salute

Carenza di Vitamina D: da cosa dipende e come reintegrarla

La vitamina D è una sostanza fondamentale per la salute, sia perché aiuta a fissare il calcio nelle ossa, sia perché rafforza il sistema immunitario. Si tratta di un elemento presente in molti cibi ma che ha bisogno dell’esposizione al sole per attivarsi. Anzi, più precisamente, ha bisogno che il corpo assorba i raggi UVB che provengono appunto dal nostro astro maggiore. e si vuole capire meglio che cos’è la vitamina D e perché è importante per il nostro corpo, basta consultare pagine specifiche di approfondimento dove vengono spiegati nel dettaglio tutti i suoi benefici sull’organismo umano. In questa sede ci occuperemo di approfondire il ruolo del sole nella produzione di vitamina D e cosa fare in assenza di quest’ultimo.

Il ruolo del sole nella produzione di Vitamina D

La vitamina D si assume normalmente tramite un’alimentazione sana e ricca di latticini, uova e verdure, ma anche pesce, yogurt e funghi. Di fatto però l’ergosterolo che si trova negli alimenti, per diventare vitamina D, ha bisogno della presenza dei raggi UVB. Quindi per poterla assorbire e fissarla nelle ossa occorre il sole. Non serve un’esposizione prolungata ma, soprattutto in situazioni di carenza, un po’ di sole andrebbe preso ogni giorno o, quanto meno, abbastanza spesso.

Gli specialisti sostengono che basta meno di un’ora, da prendere regolarmente, approfittando della bella stagione per far scorta anche per l’inverno. In termini di quantità infatti la dose quotidiana dovrebbe essere circa 20 µg, in modo che l’organismo possa assorbirla e utilizzarla per il fabbisogno relativo. D’altronde la mancanza di questa vitamina causa dei sintomi talmente evidenti che è difficile non accorgersene. Tra i più frequenti, ad esempio, c’è la mancanza di concentrazione nello studio e nel lavoro, nonché persistenti dolori alla schiena e alle articolazioni. Diminuisce anche il rendimento fisico, mentre si presenta l’insonnia insieme a frequenti mal di testa. E poi c’è anche da mettere in conto la fragilità dei capelli e l’arrivo inatteso di qualche crisi depressiva.

Il ruolo dell’alimentazione per compensare una carenza

Il ruolo dell’alimentazione è fondamentale per l’assunzione di vitamina D, soprattutto quando non si ha la possibilità di sfruttare i raggi UVB. La vitamina D in effetti sintetizza un gruppo di vitamine, tutte appartenenti alla stessa famiglia, che sono le vitamine D1, D2, D3, D4 e D5. Per poterle assumere con l’alimentazione, quest’ultima dev’essere ricca di cibi che le contengono che non sono di regolare consumo. Tra questi sta tornando di moda anche l’olio di fegato di merluzzo, confezionato in comode capsule, molto meno disgustose del cucchiaio della nonna.

Poi ci sono tutti i pesci grassi, tra cui pesce gatto e salmone, l’anguilla, lo sgombro, la carpa, il tonno e l’aringa. Molto ricchi anche il burro e i tuorli d’uovo, oltre che i funghi e i formaggi grassi. E, infine, la fettina di fegato di vitello, in umido con le cipolline, ne possiede in grandi quantità. Ovviamente è anche possibile ricorre a degli integratori in capsule, da assumere però sotto il rigoroso controllo del proprio medico curante. In questo caso infatti potrebbe verificarsi il rischio di un sovradosaggio, altrettanto pericoloso della carenza di vitamina D.

Per concludere, è sempre meglio, a meno di necessità impellenti, procedere con un’assunzione di vitamina D il più naturale possibile inserendo nella propria dieta quotidiana gli alimenti che ne sono più ricchi e assicurandosi di prendere la giusta quantità di sole.

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