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Intervista esclusiva a Enza D’Esculapio: Autrice de “La Torre d’Avorio”

L’intervista in esclusiva di Newsly.it a Enza D’Esculapio. Laureata in pedagogia, insegnante di storia, filosofia e italiano in scuole con un impatto sociale difficile come Afragola, Giugliano in provincia di Napoli, e nel quartiere Scampia di Napoli. In tutte le scuole ha dedicato molto tempo a progetti di educazione alla legalità, curando la realizzazione di copioni per spettacoli teatrali. E’ stata coautrice di oltre venti testi scolastici di italiano, epica e letteratura per Loffredo editore e per Simone edizioni, ha lavorato come autrice di trasmissioni televisive per ragazzi. Ha ora pubblicato “La torre d’avorio” per homo scrivens editore.

Enza D’Esculapio, sei una grande educatrice, proprio nel suo intento più completo. Una vita per l’insegnamento e l’educazione dei giovani alla legalità. Cosa significa per te educare un giovane al rispetto sociale e cosa ha rappresentato per te questa missione, così la posso chiamare. “Ci sono tanti modi di lavorare nel sociale e per il sociale, io personalmente tanti anni fa scelsi convintamente la strada dell’insegnamento. Fin dai primi anni ho lavorato nell’ambito dell’Educazione alla legalità, perché ho sempre creduto fermamente che essa conduca all’acquisizione di una forma mentis dalla quale possono e devono discendere tutta una serie di comportamenti “legali”, da quelli più semplici e quotidiani, a quelli più complessi”. 

Parliamo un po’ di queste zone difficili dove tu hai insegnato. Come è cambiata la situazione in quelle zone nel 2017, se è cambiata. “Di sicuro nell’arco di trenta e più anni la scuola in generale è stata il motore di un diffuso miglioramento culturale, che ha consentito a una stragrande maggioranza dei giovani, soprattutto nei territori limitrofi alla città, un approccio alla realtà più strutturato e consapevole. Mi chiedi del mio interesse per il teatro. Amo il teatro come spettatrice, come lettrice, come autrice. Sono convinta, e nel tempo ne ho avuto prova, che   attraverso le attività teatrali i ragazzi potenzino le capacità espressive di lettura, di scrittura e di interpretazione, oltre a consolidare l’autostima, imparare a relazionarsi con gli altri,  lavorare in team e tanto ancora. Nei progetti che ho messo in campo i ragazzi sono stati i veri protagonisti”

Come sono i giovani di oggi e di cosa secondo te hanno realmente bisogno? Tu credi molto per esempio nella forza educativa del teatro. “I giovani oggi? Non mi sembrano così diversi dalle generazioni precedenti. Sono giovani con le loro intemperanze, le loro speranze, le loro abitudini, i loro sogni, come sempre del resto. Forse dovremmo interrogarci più noi adulti che sul piano relazionale, sociale, politico, culturale non stiamo offrendo loro i parametri migliori con cui confrontarsi. Mi chiedi del mio interesse per il teatro. Amo il teatro come spettatrice, come lettrice, come autrice. Sono convinta, e nel tempo ne ho avuto prova, che   attraverso le attività teatrali i ragazzi potenzino le capacità espressive di lettura, di scrittura e di interpretazione, oltre a consolidare l’autostima, imparare a relazionarsi con gli altri,  lavorare in team e tanto ancora. Nei progetti che ho messo in campo i ragazzi sono stati i veri protagonisti”.

Veniamo ora alla pubblicazione per homo scrivens editore del tuo libro “La torre d’avorio”. Di cosa parla? So che è la storia di una prigione mentale, è così? “La torre d’avorio è la storia di Evelina, una ragazzina che si trova ad affrontare una serie di ostacoli che la vita pone sul suo cammino. Da adolescente disillusa trova in un movimento religioso alternativo la sua ancora di salvezza e per un lungo periodo di anni così le sembrerà. Fatto salvo poi a ritrovarsi in una metaforica torre d’avorio, in cui non ci sarà spazio per il pensiero critico, il dissenso, il contraddittorio”.

Come mai hai deciso di trattare un argomento così specifico come le dipendenze psicologiche dovuti a vari fattori? “Probabilmente la tendenza generalizzata di questi ultimi anni verso gli integralismi, da qualsivoglia origine discendano, mi ha spinta a portare questa storia, una tra le tante, come exemplum di quanto le fragilità umane possano determinare manipolazioni esterne”.

La dipendenza che tu tratti è di matrice religiosa. “Sicuramente il romanzo mette in luce la matrice religiosa, che svolge un ruolo preponderante nella storia di Evelina. Non si tratta comunque di un saggio relativo al movimento dei testimoni di Geova, pur se nel corso della narrazione non mancano riferimenti puntuali e documentati inerenti gli aspetti dottrinali”.

Tutti gli esseri umani possono avere dipendenze psicologiche. Perché ce ne sono così tante nella società moderna? “Le dipendenze psicologiche, sicuramente oggi sono maggiori; ma ciò, secondo il mio punto di vista, può essere riconducibile al momento storico in cui stiamo vivendo. Nelle epoche di transizione, nonostante i grandi progressi della scienza e della tecnica, sembra che l’uomo smarrisca la strada della ri-flessione , ossia del pensare su sé stesso”.

Hai già presentato il libro in vari luoghi, ci saranno altre presentazioni? “Sì, ho avuto il piacere di presentare il libro in più occasioni, siamo stati per la “prima” ospiti del teatro Il Primo, successivamente nel Salotto culturale di Napoli Mia in via Toledo, poi presso La Libreria Raffaello e perfino in “trasferta” ad Acerra, ospiti di una prestigiosa rassegna letteraria Pulcileggiamo. L’ultimo incontro è datato 8 Giugno, presso il Centro Agape nel Rione Alto. Devo dire che il riscontro è stato sicuramente positivo, perché la tematica ha suscitato interesse e dibattiti. Davvero un grazie di cuore a tutti i miei numerosi lettori. Prima delle vacanze estive di sicuro ho in programma una presentazione presso la sede della casa Editrice e forse un’altra presso un altro salotto culturale. il mio sentito grazie va  all’editore Aldo Putignano che ha creduto in quest’avventura , non facile, e a tutto lo staff di Homo Scrivens. Grazie anche a chi sta al mio fianco durante questi “tours”: Enza Alfano, Achille Aveta e Anna Copertino, che con i loro interventi danno colore e calore agli incontri”.

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