Cucina

Gianduia: origini, storia e curiosità sul cioccolato alle nocciole

Il gianduiotto è una delle eccellenze gastronomiche del nostro paese più diffuso nel mondo.

È risaputo come il cioccolato sia uno degli alimenti più diffusi e amati nel mondo. Ogni qualvolta che sentiamo qualcuno affermare di non amarlo, storciamo il naso, increduli che ci possano essere individui che non apprezzino questo alimento così tanto prelibato, generando, di conseguenza, discussioni tra le fazioni opposte. Ad esempio, il gianduia è un tipo di cioccolato, un’eccellenza gastronomica tipicamente italiana, molto consumata, la cui storia merita di essere raccontata.

Le origini del gianduia

Se siamo in giro tra i ristoranti delle Langhe, non possiamo non conoscere la storia del gianduia. Nei primi anni dell’Ottocento, l’imperatore Napoleone Bonaparte, incapace di agire sul fronte bellico contro l’Inghilterra, uno dei suoi più acerrimi nemici e tra i pochi in grado di resistere alle sue avanzate, decise quindi di danneggiarla sul versante economico attuando una manovra astuta. Il 21 novembre 1806, infatti, decretò, a Berlino, il cosiddetto Blocco Continentale, che vietava il commercio tra i Paesi soggetti al governo francese e le navi britanniche. Una decisione che portò ad una limitata importazione di prodotti provenienti dalle colonie inglesi come lo zucchero di canna o il caffè, ma soprattutto il cacao che cominciò a scarseggiare.

Di conseguenza, il Piemonte che, in quel periodo era sottomesso alla dominazione napoleonica, fu tra i Paesi maggiormente colpiti da queste restrizioni e che dovette far fronte a questa emergenza. Sul finire del Settecento, a Torino si era creata una vera tradizione di cioccolatai, che producevano 350 chilogrammi di cioccolato al giorno, e la carenza di cacao portò gli stessi ad inventarsi nuove ricette per sopperire a questo problema. Nacque, così, grazie alle restrizioni napoleoniche, il Gianduiotto.

Storia del gianduia

La storia del cioccolato gianduia e molto interessante. Dovettero passare all’incirca una quarantina d’anni affinché dalla primissima ricetta, ideata ai pasticcieri torinesi che prevedeva l’aggiunta, all’impasto, delle nocciole tonde gentili delle Langhe, si giungesse alla ricetta finale che noi tutti oggi conosciamo.

Secondo alcune fonti, fu Paul Caffarel, imprenditore di origine valdese, proprietario di una fabbrica nel quartiere di San Donato a Torino, a perfezionare una macchina che gli permise di produrre il primo cioccolatino: un cioccolato solido ottenuto con la miscela di cacao, acqua, zucchero e vaniglia. Nel 1852, dall’unione della Caffarel con un’altra fabbrica del settore, come la Prochet, vennero fatto importanti passi in avanti nel settore dolciario, e in particolare in quello del cioccolato, quando ebbero la brillante idea di puntare su un prodotto tipico della zona: la nocciola Tonda Gentile delle Langhe. Un’intuizione geniale che, nel giro di qualche anno, portò alla presentazione del primo cioccolatino incartato: il gianduiotto.

D’altra parte, ancora oggi, la ricetta originale resta un punto fermo nella preparazione di questo tipo di cioccolatino piemontese prodotto in tutto il mondo dalle principali industrie del cioccolato.

Curiosità sul gianduia

Il successo ottenuto durante il Carnevale del 1865 contribuì ad una radicale svolta per i cioccolatini Caffarel che cambiarono il nome nell’attuale, diffuso in tutto il mondo, Gianduiotto. Una delle novità introdotte dal nuovo cioccolatino alla nocciola riguardava la distribuzione, per la prima volta, infatti, non veniva più distribuito, come da consuetudine, nelle classiche scatole, ma singolarmente.

Per quanto riguarda il nome, ad esempio, si preferì adottare il termine gianduia in modo da differenziarsi dal Gianduja, in quanto nome di una tipica maschera piemontese appartenente alla tradizione popolare della Commedia dell’Arte. Maschera utilizzata proprio durante il già citato Carnevale per distribuire ai partecipanti i famosi cioccolatini.

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