Salute

Il legame tra cattiva digestione e alitosi e come liberarsene una volta per tutte

Con il termine alitosi o alito cattivo si definisce l’emissione di odore sgradevole dalla bocca durante la respirazione, nella maggior parte dei casi può essere semplicemente un fenomeno occasionale, dovuto all’impossibilità di lavarsi i denti o come ulteriore sintomo di raffreddore e influenza, ma spesso può essere un vero e proprio disturbo legato ad altre problematiche e può avere natura cronica. È un disturbo che può colpire chiunque, senza distinzione di sesso o età, anche se il problema si verifica con maggiore frequenza con l’avanzare dell’età.

È una problematica che può disturbare soprattutto a livello sociale, perché provoca forte imbarazzo sia nella persona che ne soffre, sia in coloro che vi sono accanto. A volte però può trattarsi anche di una spia o un campanello d’allarme per altri problemi di salute, è importante quindi prendersene cura per scongiurare problemi più seri.

Vediamo insieme come combattere l’alito cattivo

In generale, si calcola che circa la metà della popolazione soffra di questo disturbo più o meno regolarmente; la responsabilità nella maggior parte dei casi è da attribuire ad una scarsa o inadeguata igiene orale, che comporta la proliferazione della flora batterica nella bocca e che, a sua volta, porta alla formazione della placca su lingua e denti. I batteri della placca che entrano in contatto con i residui di cibo reagiscono con una reazione chimica di decomposizione liberando gas (solfuri) che provocano il cattivo odore. Anche altre abitudini sbagliate possono comportare l’alitosi, come il fumo di sigarette, sigari, pipe, l’assunzione di certi farmaci e il consumo frequente di alcolici, soprattutto vino e birra.

In altri casi però, l’alito cattivo può essere dovuto ad altri disturbi che hanno origine nell’apparato digerente, ci riferiamo in particolare a disturbi come la gastrite, il reflusso gastroesofageo, la dispespia, oltre all’ernia natale e alle ulcere. È stato infatti confermato il fatto che i pazienti che soffrono di alitosi quasi in ogni caso soffrono anche di disturbi relati alla cattiva digestione. Questa spesso è associata alla presenza dell’Helicobacter Pilori, ovvero un germe che si localizza nello stomaco provocando gastriti, ulcere e altri problemi gastrici.

Un’altra causa, sempre collegata ai disturbi digestivi, è l’irregolarità intestinale, in particolare stipsi o transito rallentato. Anche la putrefazione dei residui di cibo a livello dell’intestino può provocare disturbi legati alla cattiva digestione, e come conseguenza l’alito cattivo.

Ci sono poi altri casi in cui l’alitosi può dipendere da intolleranze di diversa natura, come ad esempio quella al lattosio o al glutine.

L’alito cattivi può però essere curato in maniera efficace se si interviene precocemente e con una diagnosi corretta, sottoponendosi a un esame clinico dettagliato. Nella maggior parte dei casi la soluzione risiede nell’adozione di alcune pratiche legate ad un’igiene orale accurata.

Come verificare se si ha l’alito cattivo?

Spesso non è facile per la persona che soffre di alitosi rendersi conto dell’odore della propria respirazione, è più facile per le persone intorno rendersene contro. Esiste però un modo semplice per poter capire se emaniamo cattivo odore, basta leccarsi l’interno del polso con la parte posteriore della lingua e aspettare qualche secondo che si asciughi la saliva, se l’odore che rimane è sgradevole allora quasi sicuramente lo sarà anche quello del respiro.

In ogni caso, l’alito cattivo si può combattere partendo da un cambiamento delle nostre abitudini per quanto riguarda l’igiene orale. È necessaria un’attenta e scrupolosa igiene orale che non deve limitarsi al semplice atto di lavarsi i denti. Il lavarsi i denti accuratamente dopo ogni pasto è soltanto il primo passo per ottenere dei benefici ma da solo non è sufficiente, vanno aggiunte altre operazione quali passarsi il filo interdentale almeno una volta al giorno.

Oltre a questo è importante imparare anche ad usare degli scovolini, che aiutano ad eliminare molti più residui di cibo, responsabili del cattivo odore, poiché raggiungono le aree tra i denti dove lo spazzolino normale non riesce ad arrivare. Inoltre, anche l’uso regolare di collutori a base di sostanze che abbiano azione antisettica e disinfettante è importante, perché aiuta a mantenere fresco l’alito più a lungo.

Un altro fattore fondamentale da tenere sotto controllo è l’alimentazione, specie se l’alito cattivo dipende dalla cattiva digestione. È importante cercare di limitare il consumo di cibi dai sapori forti o speziati, in primis aglio e cipolla, ma anche peperoni, carni affumicate, alcuni pesci e formaggi, specie se stagionati e molte bevande, come il caffè, le bevande zuccherate, birra, vino e in generale gli alcolici. Una buona abitudine potrebbe essere quella di inserire nella propria dieta l’assunzione regolare di tisane, come quelle a base di finocchio e anice che contribuiscono a regolare la digestione e a stimolare le secrezioni biliari e salivari. Ci sono poi anche piante aromatiche come la salvia e il rosmarino che aiutano l’igiene il cavo orale, non è un caso che molti dentifrici siano a base di salvia, poiché oltre ad avere azione antibatterica, contribuisce anche a sbiancare i denti.

Infine, un altro consiglio molto importante è quelli di effettuare su base regolare la detartrasi, ablazione del tartaro, dal proprio dentista di fiducia.

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