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Morte Kennedy: pubblicati 2800 files

Oltre mezzo secolo di teorie e verità in parte taciute. Ma finalmente parte del velo che avvolge ancora la morte di Kennedy è caduto. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha autorizzato ieri l’Archivio Nazionale di Washington al rilascio di una sola parte dei documenti: 2800 sono stati resi pubblici e pubblicati online sul Portale Ufficiale. Ma per gli storici nessuna eclatante novità. Si tratta più che altro d’apprendere qualche dettaglio in più per dissipare le imprecisioni storiche e i dubbi che ruotano ancora intorno alla figura di Lee Harvey Oswald, il killer. Oltre ai suoi presunti legami con Cuba, Unione Sovietica, Cia e mafia.

Morte Kennedy & Co: i tentativi di uccidere Fidel Castro

Trump dunque, alla fine ha ceduto alle richieste di CIA e FBI; solo una parte dei documenti sull’omicidio Kennedy hanno rivisto la luce. Si riconsegnano così, alla memoria statunitense dettagli ed eventi di un’epoca. Un’epoca, quella a cavallo fra anni 50′ e 70′ in cui la Casa Bianca, congiuntamente ai Servizi Segreti ha contribuito con il proprio silenzio ad alimentare teorie cospirative e non solo. I 2800 documenti, stando ad un portavoce della Casa Bianca, sono stati resi disponibili perché non considerati pregiudizievoli per la sicurezza nazionale. Altri 500 però resteranno ancora secretati.

Per questi, il nuovo termine è fissato al 26 aprile 2018; tale dilazione nel tempo sarà sfruttata per valutare “se possano recare danno alle operazioni militari, di difesa e di esecuzione della legge”. Ad ogni modo, è emerso un dettaglio interessante da almeno uno dei documenti dagli Archivi Nazionali sull’omicidio Kennedy, risalente al 1975. In questo documento,  denominato “sommario dei fatti” si parla del coinvolgimento della CIA e di alcuni tentativi per uccidere il presidente cubano Fidel Castro. Il documento rientra nell’ambito delle indagini sulla possibilità che, dietro l’omicidio di Kennedy potesse esserci davvero Cuba. Si tratta di una delle teorie cospirative più accreditate e che solo oggi, dopo 54 anni sembra trovare prime conferme.

Parte del documento “sommario dei fatti”, relativo al possibile coinvolgimento CIA nel piano di assassinio di Fidel Castro. Il documento in questione, congiuntamente ad altri è visionabile online sul sito dell’Archivio Nazionale di Washington.

…E l’Operazione Mangusta

In dettaglio, si legge nel documento “La Commissione ha determinato che agenti della CIA erano coinvolti in pianificazioni in questo Paese con determinati cittadini e altri per cercare di assassinare il Premier Castro“. Inoltre in altri files, sempre relativi alle attività anti-Castro da parte degli Stati Uniti viene considerata la possibilità di contaminare i raccolti a Cuba con agenti biologici che apparirebbero come eventi naturali.

Il piano viene definito Operazione Mangusta, ma i dossier non finiscono qui. In un altro, sempre incentrato su operazioni in grado di ribaltare il regime castrista si illustra una proposta davvero anacronistica. L’idea, si legge, sarebbe quella di lanciare, letteralmente volantini sull’Isola dall’alto; gli stessi volantini dovrebbero riportare i nomi dei funzionari comunisti da uccidere e, per ciascuno di questi, accanto il previsto ammontare di una ricompensa, differenti per ciascuno di loro.  Il tutto ci ricorda più una pratica molto diffusa nell’America del selvaggio West, che nella perbenista anni 70′.

Inoltre, ma non meno importante, si evince anche che la CIA tentò di ingaggiare un mafioso per uccidere Fidel Castro. Un memorandum del 1975 dell’FBI afferma infatti che l’attorney general Robert Kennedy riferì informazioni al Federal Bureau; la Cia aveva ingaggiato un intermediario per avvicinare un mafioso. Lo scopo era di offrirgli ben 150 mila dollari per trovare un killer che uccidesse Fidel Castro. Il tentativo di uccisione del leader cubano contemplava anche la possibilità dell’avvelenamento.

Morte Kennedy: focus su Oswald

Come anticipato ad inizio articolo, l’obiettivo della pubblicazione dei documenti secretati era quello di fare maggiore chiarezza sulla figura di Lee H. Oswald, il killer di J.F. Kennedy.  All’epoca dei fatti si parlò di un possibile legame di Oswald con Cuba, Unione Sovietica et similia. In particolare, ciò che gli storici speravano da questa pubblicazione ufficiale da parte degli Archivi Nazionali, era di far maggiormente luce sul misterioso viaggio che proprio il killer compì, con tappa a Mexico City, alcune settimane prima dell’assassinio.

Da qui il timore dell’Intelligence USA che alcune di queste nuove rivelazioni possano mettere a rischio sia i rapporti con il Messico sia la sicurezza stessa del Paese. Stando ai nuovi documenti pubblicati infatti è emersa, da un cablogramma segreto, una conversazione tra due cubani, uno dei quali identificato come 007, circa l’assassinio di Kennedy. Uno di loro affermò di conoscere Oswald e che fosse “un buon tiratore“.

La foto è datata 22 novembre 1963 e riguarda la conferenza stampa del killer Lee Harvey Oswald. E’ immediatamente successiva al suo arresto a Dallas. Molte teorie cospirative parlano di più persone coinvolte nell’assassinio di Kennedy e di Oswald come solo esecutore materiale.

 Il possibile coinvolgimento del Kgb russo

Ma Oswald, sempre stando ai nuovi documenti pubblicati, parlò con un agente del Kgb a Mexico City. Avvenne esattamente due mesi prima dell’assassinio di Kennedy, secondo una telefonata intercettata dalla CIA nella quale Oswald telefonò all’ambasciata russa a Mexico City, parlando in un imperfetto russo con un console identificato per l’appunto come agente del Kgb. Questi dettagli aggiungono ulteriore mistero dietro la morte di Kennedy; e le polemiche ancora in corso, con Mosca che respinge ogni coinvolgimento dell’ex Urss  alimentano “disinformazione” e false notizie, come ha anche commentato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo.

Così ha dichiarato in merito alle nuove rivelazioni della resa pubblica dei JFK files “E’ terribile immaginare che questo argomento possa essere presentato in un modo del tutto vizioso. Le carte e informazioni sull’omicidio Kennedy sono state tenute segrete per diversi decenni, e se adesso bizzarre insinuazioni sulla Russia cominciano a svilupparsi anche su questo tema, possiamo solo rammaricarcene”. Sempre la Zakharova, proseguendo ha poi auspicato che “si vorrebbero ottenere informazioni, e non disinformazione“.

Siamo certi che questo sia quanto sperano anche i cittadini americani. Ora più che mai infatti, dalla pubblicazione dei file secretati, più che aver dissipato le nebbie che ancora gravano sull’omicidio Kennedy gli stessi hanno infittito il mistero, arricchendolo solo di nuovi, inquietanti dettagli.

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